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27/05/2011 - Primo piano e Cronaca

PEDOPORNOGRAFIA: ARRESTATO CINTESE 36 ENNE

Un "male" che non ha confini...

27 Maggio 2011

Non Ssuccede dall'altra parte del Mondo ma a Cinto Caomaggiore...

 

                           Pedopornografia, 36enne in manette
                                         Nel suo pc 1.500 foto

 

di Giorgio Cecchetti

VENEZIA. Ancora un arresto per possesso di materiale pedopornografico e ancora una volta si tratta di una persona considerata normale, un uomo di giovane età. A.C., 36 anni di Cinto Caomaggiore, sarà interrogato oggi dal giudice veneziano Michele Medici.

Il pubblico ministero lagunare Francesca Crupi ha chiesto la convalida dell'arresto, dopo che nel suo computer, gli investigatori hanno trovati files che contenevano ben 1500 fotografie nelle quali c'erano bambini che subivano violenze sessuali da adulti. Si tratta di immagini che A.C.avrebbe attinto da siti pedopornografici e che è accusato non solo di aver accumulato, ma anche di aver passato ad altri, di aver fatto girare verso i computer di altri.

Il reato contestato è il 600 quater del codice penale,
nel quale si afferma che "chiunque consapevolmente si procura o dispone di materiale pornografico prodotto mediante lo sfruttamento sessuale dei minori degli anni diciotto è punito con la reclusione fino a tre anni o con la multa non inferiore a 1500 euro".

L'aggettivo consapevolmente è stato inserito in modo da evitare arresti e condanne a chi, una o più volte, finisca in siti pedopornografici non sapendo quello che sta cliccando nel suo computer e non volendo certo trovare quello che compare poi in video.

Per A.C. di Cinto Caomaggiore, comunque, questo dubbio non c'è, visto che non solo è finito in quei siti, ma ha scaricato ben millecinquecento immagini: senza ombra di dubbio quello cercava, quello ha trovato ed ha archiviato.

Gli inquirenti che hanno visto le fotografie parlano di scene racapriccianti, in cui compaiono anche bambini piccoli. Oggi, davanti al giudice delle indagini preliminari Medici, l'arrestato potrà spiegare, ammettere o meno, ma in altre occasioni altri indagati per lo stesso reato hanno preferito trincerarsi dietro il silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere e alla fine patteggiare la pena o, nel caso il pubblico ministero proponesse una pena troppo alta, farsi processare con il rito abbreviato.

In questo modo, soprattutto se si tratta di persone incensurate come per la maggior parte delle volte accade, la condanna è inferiore ai due anni, spesso non supera l'anno e sei mesi di reclusione.

L'indagine è partita da Torino e non ha riguardato solo la terraferma veneziana, ma numerosi regioni del Nord Italia: in altre città sono stati arrestati altri sospettati di aver attinto grazie al loro computer immagini da siti pedopornografici.

(Fonte: La Nuova Venezia)

 


 
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