3 Maggio 2013 (Ultimo aggiornamento il 04.05.2013 alle ore 16,35 - Video e commenti)
MI VERGOGNO DEL MIO GOVERNATORE !
Il mio pensiero, oltre che nel titolo qui sopra, è ben capibile anche nei commenti dei tre video che ho inserito nella pagina, aggiungo solo che dopo avere definito VOMITEVOLI le frasi del leghista Mario Borghezio nei confronti del Ministro Cecile Kyenge, e che per questo non lo chiama collega in quanto non si riconosce in quello che ha detto, ebbene, il Governatore del Veneto Luca Zaia, per coerenza e per senso di giustizia, avrebbe dovuto proporre quantomeno "una sanzione" dell' Europarlamentare del suo Partito, altrimenti le sue parole "profumano" di retorica e ipocrisia...
G.B.
Borghezio, insulti pesanti a Cecile Kyenge
«Questo è un governo del bonga bonga, vogliono cambiare la legge sulla cittadinanza e la Kyenge ci vuole imporre le sue tradizioni tribali, quelle del Congo».
E’ durissimo l’attacco del leghista Mario Borghezio al neo ministro dell’Integrazione, Cècile Kyenge. «Mi sembra una brava casalinga, non un ministro del governo. Balotelli l’ha accolta con favore? Ma lui non fa il ministro, tira calci al pallone e va bene anche un congolese o un africano per farlo».
«E poi gli africani sono africani - dice ancora Borghezio - appartengono a un etnia molto diversa dalla nostra. Non hanno prodotto grandi geni, basta consultare l’enciclopedia di Topolino».
E altrettanto violento è Luca Zaia, governatore del Veneto, dopo l’arresto di due ghanesi per la violenza a una turista austriaca: «Il nuovo ministro dell’Integrazione Kyenge venga a Vicenza a rendere visita alla vittima, con il coraggio di affrontare i problemi per quello che sono e per ribadire a tutti che non ci può essere integrazione senza legalità».
«È indegna di un Paese civile la serie di insulti che - soprattutto da alcuni siti in rete, ma non solo - si sta rovesciando sulla neoministra Cècile Kyenge», protesta la presidente della Camera Laura Boldrini. Un «abbraccio» a Cècile Kyenge arriva da Nichi Vendola, che denuncia questi attacchi «indegni».
E reagiscono fermamente anche i capigruppo del Pd.
«Le frasi ignobili e volgari rivolte al ministro all’Integrazione Cecile Kyenge vanno condannate con fermezza e senza se e senza ma», dice Roberto Speranza.
(Fonte : la Nuova Venezia)
"Fiera di essere nera"
"Ferita dagli insulti, ma è solo una minoranza"
Letta e Alfano: "Onorati di averla nel Governo"
ROMA 04.05.2013
Agli insulti razzisti e alle offese urlate sulla Rete o nell'agone politico risponde con pacatezza: «È solo una minoranza, l'Italia non è un Paese razzista». Per poi sgomberare il campo dagli equivoci linguistici: «Non sono di colore, sono nera, lo dico con fierezza».
Si è presentata così, ieri, Cecile Kyenge, neoministro per l'Integrazione, medico oculista, cittadina italiana di origine congolese.
La sua nomina ha scatenato gli istinti peggiori di chi da sempre predica odio, ma la reazione è gentile come il tono di voce: «Da questi attacchi ho imparato tante cose. L'Italia ha una cultura dell'accoglienza ben radicata, ma c'è una non conoscenza dell'altro».
In una nota congiunta il premier Enrico Letta e il vice Angelino Alfano affermano di essere «fieri di averla nel Governo come ministro per l'Integrazione» e le rivolgono «piena solidarietà a fronte degli attacchi razzisti che ha ricevuto».
Il ministro «incassa» anche la presa di distanza di Roberto Maroni dal suo compagno di partito Borghezio, che nei giorni scorsi aveva pesantemente attaccato la Kyenge.
E anche un altro leghista, il governatore del Veneto Luca Zaia, critica Borghezio e invita il Ministro ad andare in Veneto dove «verrà accolta con tutti gli onori».
Solidarietà a Kyenge è stata espressa anche dal commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Nils Muiznieks, che ha condannato gli attacchi via web sostenendo che «il discorso razzista in Italia è un problema che perdura da tempo» e che «gli eventi più recenti confermano da un lato l'urgenza di affrontare la questione e dall'altro che le autorità devono mettere in atto misure più efficaci per contrastarlo».
Ma il ministro non parla solo di insulti e attacchi. Spiega anche come intende procedere per far avanzare i provvedimenti che sostiene, a partire dalla cittadinanza: «Certo bisogna dare risposte ai tanti figli di stranieri che nascono e crescono in Italia e non si sentono né italiani né del Paese di origine dei loro genitori. Ma le cose si possono cambiare senza urlare».
Anche qui, pacatezza e persuasione: «Faccio parte di una squadra, nel Governo ci sono forze politiche diverse dalla mia come ad esempio il Pdl o Scelta Civica, dobbiamo cercare uno spazio comune e un terreno condiviso, s'intende sempre nel rispetto dell'altro, senza mai offendere».
E infine, ricordando la sua Regione di appartenenza: «Il terremoto in Emilia mi ha fatto capire che bisogna partire proprio dalle cose elementari, dalla quotidianità, dai piccoli gesti per riuscire a costruire una nuova coesione sociale. Le parole d'ordine? Prima di tutto la persona. Ognuno di noi deve essere la voce di ogni cittadino, in particolar modo dei più deboli. D'altronde lo dice la Costituzione all'articolo 3, noi dobbiamo riuscire a tutelare queste persone».
(Fonte: il Gazzettino)
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