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18/09/2013 - La Politica

ANGELO TABARO E' PRESIDENTE DEL TEATRO STABILE VENETO !

Eletto sub judice, dopo richiesta di verifica candidabilita', ora CONFERMATO.

18 Settembre 2013 (Ultimo aggiornamento il 21.09.2013 alle ore 10,50)

 


LA POLITICA E' CULTURA ,

 MA LA CULTURA E' POLITICA ?

Domanda da mille milioni di euro ! Non c'è pace nemmeno per una nomina a Presidente di un Teatro, seppur molto prestigioso come quello  "Stabile del Veneto", e Angelo Tabaro, nostro concittadino di Portogruaro, lo sta verificando di persona...

Viene contestata a Tabaro la sua incandidabilità per il suo ruolo precedente, e su questo è stata richiesta una consulenza giuridica, per vedere se è ammissibile la sua nomina, e il diretto interessato, dispiaciuto, preferisce al momento non commentare.

Come portogruaresi non può che farci piacere il suo nuovo incarico, al di là delle contestazioni e polemiche, e se verrà confermata la sua nomina a Presidente, ora sub judice, sarà senza retribuzione, così dicono, dunque gratis, ma io malizioso come sono, credo che Angelo Tabaro riceverà almeno un "rimborso spese", ecco speriamo che queste siano almeno rese  pubbliche, questione di "cultura" !!

G.B.

 

PS.

Apprendiamo con soddisfazione la conferma della nomina a Presidente  di Angelo Tabaro (Clicca qui)

 


 

TEATRO STABILE DEL VENETO

 

 

di  Sergio Frigo

Angelo Tabaro è legittimamente Presidente del Teatro Stabile del Veneto, perché la carica non comporta lavoro subordinato ne lavoro autonomo

(“in specie prestazioni d’opera intellettuale”)

e quindi non è in contrasto con la legge.

 

E’ il parere del professor Mario Bertolissi, richiesto dalla regione su sollecitazione dei Comuni di padova e di Venezia per sciogliere la riserva sulla recente nomina dei nuovi vertici dell’Ente.

Problema superato, dunque, almeno a prima vista, stride con le motivazioni (ribadite da un parere ufficiale del Ministero) con cui la Presidente uscente Laura Barbiani è stata compensata durante il mandato: il fatto di essere, oltre che Presidente, anche Amministartore delegato e Direttore Generale dello Stabile.

Un nodo che i Soci dovranno affrontare, anche per stabilire con precisione chi sarà il capo dell’Azienda e del Personale (60 persone, 6,5 milioni di bilancio), visto che Gassman è solo il direttore Artistico.

 

21.09.2013

  

(Fonte: Gazzettino di venezia)

 


 TEATRO STABILE DEL VENETO

 

Barbiani: "Io, lontana dai politici"

Il neo Presidente Tabaro "non è incompatibile"

E la uscente si confessa

  

 di Sergio Frigo                                

Ieri Laura Barbiani ha passato le consegne ad Angelo Tabaro (che oggi interverrà a Padova alla presentazione della stagione teatrale) ed è tornata nella mansardina presso Rio Marin, agli scatoloni del trasloco, fissato per domani, dopo quattro rinvii. Dopo quasi 11 anni al timone dello Stabile sarebbe il momento di tracciare dei bilanci, e magari di togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

L’ex presidente non si sottrae, ma preferisce - paradossalmente - parlare ancora del futuro del Teatro. Un futuro che aveva delineato nella lettera con cui il 18 aprile scorso aveva sollecitato i soci a rinnovare il Consiglio, scaduto da oltre un mese: «Parlavo di consolidare il radicamento sul territorio, e ora aggiungo guardando in particolare alla Città metropolitana e dunque anche a Treviso, ma anche di un nuovo percorso di livello e ambito europei; di un equilibrio tra eccellenza produttiva, ricerca delle creatività emergenti e grande spessore della vita culturale dei propri teatri; più investimenti sulle migliori professionalità teatrali venete e su un ampio rapporto strutturale con le scuole».
Quello dell’aggancio riuscito solo in parte con le scuole è uno dei crucci della presidente uscente, l’altro (parziale) è l’evoluzione del rapporto con Alessandro Gassmann, che «dopo due anni davvero smaglianti» ultimamente sarebbe sempre meno concentrato sullo Stabile. Barbiani non nasconde che fra i motivi di conflitto c’è stata la scarsa propensione del direttore a utilizzare attori veneti nelle produzioni finanziate dallo Stabile, «quando invece - e lo dico da romana ormai venetizzata - in questa regione ci sono grandi professionalità emergenti da valorizzare».
Nel bilancio mette naturalmente anche il risanamento dello Stabile, «unico in Italia con i conti a posto, e infatti in questi giorni si sono già fatti avanti altri teatri. Ed era un’azienda allo sbando quando mi chiamò Galan, nel 2002...»

 

Allora anche lei era "targata", anche se nei giorni scorsi ha paventato un assalto della politica allo Stabile...
«Conoscevo Galan superficialmente, ma non sono mai stata di Forza Italia, semmai socialista. Comunque da lui, in questi anni, non ho avuto nemmeno una telefonata».

 

Neanche quando silurò Luca De Fusco, amico di Gianni Letta?
«Vorrei non litigare con lui - mi disse Galan - ma fai come vuoi...»

 

E adesso che timori ha?
«È un passaggio delicato: io spero fortemente che questo Cda lavori bene, e che Tabaro sappia rispondere alle pressioni e fare il capo-azienda come gli è richiesto (anche se non vedo come potrà fare questo, che è un lavoro, senza ricevere un compenso: che infatti non è stato ancora eliminato). Però so che la Regione, ad esempio, vuole un presidente che risponde a lei, e io a questo non ero disponibile».

 

21.09.2013

 

(Fonte:Gazzettino di Venezia)

 


 

Tabaro Presidente sub judice

Sulla ventilata incompatibilità sarà chiesto un parere esterno

di Sergio Frigo

Al Teatro Stabile del Veneto è stato un conclave lungo e combattuto, ma alla fine il nuovo "papa" è uscito dall’urna, e con lui anche quello che potremmo definire il nuovo "camerlengo":

il primo è Angelo Tabaro, segretario regionale della cultura in pensione, neo presidente;

il secondo è nientemeno che Giampiero Beltotto, ex portavoce di Zaia e ora responsabile della comunicazione alla Fenice, che entra in Cda su input del vice-presidente della Regione Marino Zorzato; al suo fianco siedono Bepi Morassi (altro nome di punta della Fenice, nominato però dal Comune di Venezia), il regista Paolo Trevisi, ancora in quota regionale, e l’attore Roberto Citran, per il Comune di Padova.


Non è stata una scelta indolore, e infatti la votazione ha visto alla fine il rappresentante di Venezia, avv. Romano Morra, astenersi e far mettere a verbale la richiesta di una consulenza giuridica sulla nomina di Tabaro, ritenuto incompatibile a causa del precedente incarico; una richiesta a cui hanno aderito gli altri soci, anche se Zorzato assicura che sono stati già tre i pareri interni che hanno dichiarato ammissibile la nomina.

Nessuna donna invece, come si vede, e questo potrebbe creare qualche altro grattacapo giuridico allo Stabile, stando alle norme sulle quote rosa.

Se il nuovo presidente, Angelo Tabaro - in attesa dell’ufficializzazione della nomina preferisce non rilasciare commenti - limitandosi a dire di essere dispiaciuto per le polemiche che hanno accompagnato la sua designazione, e al momento tace anche il sindaco di Venezia Orsoni, soddisfazione viene espressa da Marino Zorzato:

«Una buona scelta per una realtà che - fungendo da cerniera territoriale - aveva bisogno di uno che proprio per la sua precedente esperienza conosce bene la realtà culturale del Veneto. Questo senza nulla togliere all’ottimo lavoro svolto da Laura Barbiani».

Anche l’assessore padovano Andrea Colasio concede alla presidente uscente l’onore delle armi («ha rimesso a posto i conti») ma ribadisce che era ora di un cambiamento, e non nasconde una profonda divergenza di vedute sulla gestione del Teatro Verdi da parte dello Stabile: «Vogliamo un teatro che sia più nella politica culturale padovana, e uno Stabile che valorizzi di più la produzione regionale. Sono molto soddisfatto della nomina di Angelo Tabaro, che oltretutto non riceverà alcun compenso. E di questi tempi...»


E Laura Barbiani? «Finalmente libera - le scappa detto al telefono, mentre è impegnata a completare le valigie per un trasloco già rinviato quattro volte - Finalmente lo Stabile ha un nuovo vertice, anche se purtroppo non votato all’unanimità, un vulnus che dovrà essere sanato».

Delusa per il mancato reincarico? «Assolutamente no: il 18 aprile ho inviato una lettera ai soci in cui, sollecitando il rinnovo dei vertici, ponevo condizioni così rigorose per un mio eventuale bis (a partire dall’unanimità dei soci) che difficilmente l’avrebbero reso possibile».

Un esito così faticosamente contrattato lascia però dei timori sul futuro.

«Ho un cruccio - dice la Barbiani - nulla da dire su Tabaro, ma non vorrei che per le modalità con cui si è giunti a questo epilogo ora la politica rimetta piede allo Stabile, dopo che io per anni l’ho tenuta fuori. Non a caso siamo il teatro coi conti migliori d’Italia: ma si fa presto a finire di nuovo in serie B».

 

(Fonte: Gazzettino di Venezia)

 

 



 
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