DIFESA...
Il "doge" rompe il silenzio
Giancarlo Galan:
vogliono scaricare su di me
nefandezze altrui
Diffonde una nota
ma non vuole fare altre dichiarazioni
«Prima chiarirò.
Sento su di me cose che sono impensabili»
ROMA - Fino ad ora non aveva fatto dichiarazioni, nonostante il suo nome abbia riempito i giornali di tutta Italia. Era stato in silenzio senza commentare la grave accusa che gli viene mossa, e la richiesta di arresto.
Galan, governatore del Veneto per tre legislature, prima vuole chiarire, spiegare, raccontare la sua verità ai magistrati. Poi parlerà anche ai giornali. «Stanno tentando di scaricare su di me nefandezze altrui. Non mi farò distruggere per misfatti commessi da altri». Lo afferma Giancarlo Galan in una nota in merito all'inchiesta Mose. «Su ogni cosa che ho detto e fatto nella mia vita ho sempre messo la faccia. Ho tutta l'intenzione di farlo anche stavolta, su questo» non c'è «alcun dubbio», aggiunge.
E continua. «Non mi voglio nascondere e non voglio nascondere proprio niente, anzi, esattamente il contrario. Voglio fare luce su tutto», evidenzia Galan affidando ad una nota le ragioni del suo silenzio sull'inchiesta Mose, e rimarcando come «il processo mediatico sia mostruoso, leggo profili della mia persona che stento a credere anche solo immaginabili, non poter rispondere o difendermi sin da subito è umanamente molto difficile».
Galan quindi conclude. «Non ho ancora ritenuto opportuno rilasciare interviste semplicemente perché reputo doveroso rispettare l'iter giudiziario, quindi, parlare innanzitutto con la magistratura alla quale ho intenzione di spiegare e motivare, punto per punto, la mia totale estraneità alle accuse che mi vengono mosse: spero che ciò avvenga al più presto, veramente al più presto». Le accuse che vengono mosse all’ex governatore sono molto pesanti e sarà il Camera che da mercoledì inizierà l’iter, a dover decidere se vada arrestato.
(Fonte: Gazzettino di Venezia - 07.06.2014)
INCHIESTA MOSE
Immobili, barche e il maxi affare del gas: la Galassia Galan
Dall'Italia all'Indonesia
passando per la Croazia,
IL PATRIMONIO NASCOSTO DELL'EX GOVERNATORE.
In un intreccio di società,
maxi business e piccoli omaggi
VENEZIA - C'è una galassia particolare, nell'universo dei famelici che gravitano attorno al Mose. "Galassia Galan", la ribattezzano i finanzieri, con un certo gusto per il gioco di parole...
Chi pensa che la villa trecentesca di Cinto Euganeo, quella ristrutturata grazie al milione e cento dall'imprenditore Piergiorgio Baita, sia il cuore di questa galassia, è fuoristrada. Ne è la facciata elegante, il frutto visibile.
Ma è guardando dentro la Franica Doo, una Srl di diritto croato, che si scopre altro. È la società tramite la quale i Galan "gestiscono il proprio patrimonio estero detenuto in Croazia", patrimonio che, sulla base di un'indagine tecnica, risulta comprendere "diverse imbarcazioni, molti immobili e conti correnti"... Alla Franica Doo si affiancano la Ihlf srl, partecipata al 50 per cento dall'ex governatore del Veneto "in modo anonimo"... e Amigdala srl, partecipata dalla moglie Sandra Persegato al 20 per cento sempre dietro lo scudo della Sirefid.
Si chiama come la loro figlia, Margherita, la holding di famiglia. I coniugi Galan ne detengono il 100 per 100 delle quote, funge da camera di controllo per le attività di altre tre aziende: una tenuta agricola da un milione di euro a Casola Valsenio, nel Ravennate, e due società di commercio e trattamento di energia elettrica...
Un ruolo chiave lo gioca il commercialista Paolo Venuti, l'uomo che la procura veneziana ritiene essere "il gestore del patrimonio illecito di Galan"... il suo "prestanome". La storia del gas indonesiano ruota attorno alla Thema Italia spa, che ha sede nel suo studio, "la facciata italiana di un affare da 55 milioni di dollari". Le quote di Thema sono formalmente intestate a terzi.
Ma c'è un particolare che insospettisce i finanzieri: "Il capitale è stato garantito dai coniugi Venuti attraverso un importante prestito obbligazionario di oltre 1 milione di euro, attraverso la Sirefid"... Fabio Tonacci
L'articolo integrale su Repubblica in edicola e su Repubblica+
(Fonte: La Repubblica.it - 07.06.2014)