12 Settembre 2014
Cambio in corsa del Gip
che deve decidere
sulla scarcerazione
dell'ex Assessore Renato Chisso (clicca qui)
LA NUOVA FRONTIERA
(DEL CARCERE)
Medici e medicina a confronto: Questione sanitaria o politica?
Vi ricordate il "moribondo" Giancarlo Galan, dichiarato dai suoi medici di fiducia quasi in punto di morte, e poi come un novello lazzaro resuscitato? (*)
Ecco, qui con Renato Chisso sembra di rivivere la stessa pantomina, perchè a forza di gridare "al lupo, al lupo", non ti crede più nessuno, e diventa sembra più chiara la "nuova sindrome da cella-lite" che fa diventare i medici somiglianti ai loro pazienti politici, cioè poco credibili, anzi per niente credibili!
Vergognoso il valzer dei pareri super specialistici, poi puntualmente smentiti dai fatti, allora io avrei una soluzione, forse un tantino discutibile, ma che sono sicuro alla maggioranza dei cittadini non dispiacerebbe: perchè non mettiamo in carcere anche i medici che fanno queste sconvolgenti diagnosi ai loro facoltosi clienti che possono permettersi poi anche le sconvolgenti parcelle, certo non come detenuti, non per complicità, ma diciamo come "assistenti forzati", così per una loro e nostra tranquillità, o forse in questo caso "assisteremo" a delle diagnosi più coerenti e forse anche un tantino più credibili agli occhi dei profani cittadini?
Lo so, è pura utopia, ma sognare è così bello...
G.B.
I periti della Procura: «L’ex Assessore Chisso può restare in cella»
SCANDALO MOSE
I Pm si oppongono alla scarcerazione:
Condizioni di salute compatibili con la detenzione
INCHIESTA
L’ex Assessore della Giunta Galan arrestato per corruzione
di Gianpaolo Bonzio
Un giudizio contrario alla scarcerazione dell’ex assessore regionale Chisso. Ad emetterlo è stata la Procura della Repubblica di Venezia alla luce dell’esito della consulenza di tre medici che si sono recati mercoledì nel carcere di Pisa dove l’ex assessore regionale si trova rinchiuso in seguito all’inchiesta sul Mose. Ad effettuare la visita sono stati tre specialisti: il medico legale Antonello Cirnelli, il cardiologo Cosimo Perrone e lo psichiatra Amodeo Sossio.
Ieri mattina i Magistrati che indagano sugli appalti del Mose hanno letto la relazione dei medici ed alla fine hanno espresso un parere contrario alla scarcerazione di Chisso, sostenendo, in pratica, che le sue condizioni di salute e i suoi problemi cardiaci non sono incompatibili con la detenzione in carcere (restando in cella non ci sarebbero rischi maggiori rispetto ad altre soluzioni).
Secondo quanto appurato dai consulenti della Procura, infatti, la carcerazione alla quale è stato sottoposto il politico non ha complicato o peggiorato le sue condizioni di salute. A tal proposito era stato scelto il carcere di Pisa proprio perchè particolarmente attrezzato per seguire i problemi dei detenuti cardiopatici e secondo la Procura si tratta di un centro d’eccellenza e all’avanguardia.
Per i medici dell’accusa, quindi, non ci sarebbero collegamenti diretti tra la detenzione e i problemi di salute evidenziati dall’avvocato Antonio Forza che difende l’ex assessore. Anche la segnalazione di sintomi di un possibile esaurimento nervoso non è stata confermata, visto che i tre specialisti hanno segnalato solamente una lieve flessione dell’umore che, secondo l’accusa, è facilmente riscontrabile in persone che sono soggette a un regime carcerario. Un quadro finale, quindi, diverso da quello delineato dagli specialisti dell’Università di Pisa che erano stati nominati a suo tempo dall’avvocato Forza secondo i quali il politico soffre di una forte depressione e rischia un nuovo infarto.
Ieri sera la consulenza e il parere negativo alla scarcerazione, con le firme dei pm Ancilotto, Tonini, Buccini e dal procuratore aggiunto Carlo Nordio, sono stati trasmessi al gip Liguori il quale è chiamato a decidere su questo rovente caso.
A questo punto, a meno che questa perizia non venga giudicata palesemente infondata, è praticamente certo che, prima di ogni decisione, il giudice si avvalga a sua volta delle consulenze di altri medici, da lui stesso nominati.
Se così fosse, e quest’ultimo elemento non fa che confermare la tensione e anche la delicatezza del caso, per approdare ad una scelta definitiva sarebbero quasi una decina i medici chiamati a confrontarsi sulla salute dell’ex Assessore regionale della giunta Galan.
In ogni caso il Gip ora ha cinque giorni di tempo per decidere.
(Fonte: Gazzettino di Venezia)
LA PROCURA:
«Resti in cella,
Chisso non è in pericolo»
Nordio, Ancilotto, Buccini e Tonini
esprimono parere contrario alla scarcerazione
Intanto il Comune nomina un avvocato
per tutelare Venezia nel processo Mose
di Roberta De Rossi
VENEZIA Per la Procura di Venezia la vita del detenuto Renato Chisso non è in pericolo, le sue condizioni di salute non sono incompatibili con il carcere e, pertanto, l’ex assessore regionale arrestato il 4 giugno nell’ambito dell’inchiesta “tangenti Mose” può restare nella sua cella a tre brande, nel carcere di Pisa, in attesa dello sviluppo delle indagini.
Ieri, i Pubblici ministeri Stefano Ancillotto, Stefano Buccini, Paola Tonini e il procuratore aggiunto Carlo Nordio hanno depositato il loro parere negativo all’istanza di scarcerazione presentata dal difensore di Chisso. Forte di una consulenza firmata dai medici Marzilli, Pietrini e Di Paolo dell’Università di Pisa, l’avvocato Antonio Forza sostiene - al contario - che l’ex assessore regionale sia in serio pericolo di vita a causa di una coronaria ancora ostruita dopo l’infarto che l’ha colpito nel 2013. Giovedì, la Procura aveva così incaricato il medico legale Antonello Cirnelli, lo psichiatra Amodeo Sossio, il cardiologo Cosimo Perrone di visitare Chisso.
Per i tre medici, le sue condizioni di salute sono compatibili con la detenzione e non rischiano di peggiorare a causa di questa e che, in ogni caso, il carcere di Pisa è dotato di una struttura medica e cardiologica di eccellenza. Quanto poi alla sua situazione psichiatrica, i medici hanno sì riscontrato una “lieve depressione”, ritenendola per altro comune alla gran parte delle persone in stato di detenzione.
Da qui, il parere negativo alla scarcerazione espresso dalla Procura.
La parola finale spetta ora al Giudice per le indagini preliminari Antonio Liguori, che avrà cinque giorni per esprimersi: potrà accogliere l’istanza, respingerla oppure ricorrere alla valutazione di un proprio perito.
Intanto, il commissario straordinario del Comune di Venezia, Vittorio Zappalorto, ha deliberato la nomina dell’avvocato Fabio Niero nel procedimento che potrebbe «vedere l’Amministrazione nella veste di persona offesa e danneggiata, sia per le risorse che appaiono essere state indebitamente sottratte alla salvaguardia della città sia per il danno all’immagine causato dalla rilevanza mediatica della vicenda».
Primo passo per la costituzione di parte civile, nell’inchiesta che oltre alla partita tangenti Mose, riguarda anche l’indagine per finanziamento illecito ai partiti, che vede indagato anche l’ex sindaco Giorgio Orsoni. «Il Comune intende seguire in tutte le sue fasi i vari procedimenti, sia quelli che possono definirsi con patteggiamento, sia quelli che seguiranno il rito ordinario», osserva l’avvocato Niero, «evidenzieremo il danno subito dal Comune, sia all’immagine sia oggettivo, rappresentando sia i cittadini - che hanno ricevuto un danno non indifferente, perché sono stati sottratti soldi alla comunità - sia
il prestigio della città, leso dal fatto vi sono stati compiuti
reati non indifferenti».
(Fonte: la Nuova Venezia)
Tre super-periti
per la salute di Chisso
INCHIESTA MOSE
L’ex Assessore visitato in carcere
dai Consulenti della Procura
VENEZIA La Procura della repubblica di Venezia ha inviato ieri pomeriggio i suoi consulenti medici di fiducia nel carcere di Pisa per stabilire, una volta per tutte, se le condizioni di salute di Renato Chisso, l’ex assessore regionale, coinvolto nell’inchiesta sullo scandalo Mose, sono compatibili con il carcere.
I tre specialisti - il medico legale Antonello Cirnelli, il cardiologo Cosimo Perrone e lo psichiatra Amodeo Sossio - hanno visitato Chisso e già oggi si dovrebbero pronunciare. Dal loro verdetto dipende il futuro immediato dell’ex assessore regionale, che secondo i suoi difensori sarebbe in grave pericolo di vita se continuasse a rimanere in carcere. Le sue delicate condizioni di salute, sostengono i suo avvocati, non sarebbero compatibili con la detenzione.
Chisso era stato colpito da un infarto un anno fa, tant’è che al momento dell’arresto, a giugno, era stato inviato nella struttura pisana proprio perché attrezzata a seguire i cardiopatici.
Secondo la difesa, però, le condizioni di Chisso si sarebbero aggravate, tant’è che lunedì l’avvocato Antonio Forza ha presentato un’istanza di scarcerazione per motivi di salute. I consulenti medici nominati dalla difesa - il medico legale Marco Di Paolo, il cardiologo Mario Marzilli e lo psichiatra Pietro Pietrini, tutti dell’università di Pisa - hanno delineato un quadro allarmante: Chisso rischia un nuovo infarto e una morte improvvisa, soffre di una forte depressione e deve sottoporsi a un bay-pass.
La Procura, prima di esprimere il suo parere, ha deciso di affidarsi a dei consulenti di fiducia, che dovranno dire se Chisso, restando in cella, è maggiormente a rischio d’infarto o può continuare ad essere curato nella struttura carceraria.
(Fonte: Gazzettino di Venezia - 11.09.2014)
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