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18/10/2014 - Primo piano e Cronaca

AL "SACRO CUORE " TANTA GENTE PER ULTIMO SALUTO A GIOVANNI

La vita continua: Tra 1 settimana Il "Caffe' Letterario" di Scrizzi alle buste

18 Ottobre 2014


 

LA VITA CONTINUA 

Ciao Giovanni...

 

Giovedì 23 ottobre 2014, ad una sola settimana dai Funerali di  Scrizzi, ci sarà il bando di gara con l'apertura delle buste per aggiudicarsi la gestione del "Caffè Letterario" di Pordenone, una decisione che magari per alcuni può sembrare poco rispettosa, ma che forse in questo contesto è la scelta migliore, e credo che anche Giovanni approverebbe...

La vita continua, e il "Caffè Letterario" era la vita di Giovanni Scrizzi, non vorrebbe vederlo chiuso, e la sua riapertura è anche un modo per ricordarlo com'era, e la vita come dicevo, non si ferma qui, va avanti, deve andare avanti, però non uguale per tutti...

Duro il commendo dal titolo "Lacrime inquinate dall'Ipocrisia" a firma di Giorgio Coden (clicca qui) , parole e riflessioni che devono fare pensare...

Come le parole del Presidente ASCOM  Alberto Marchiori (clicca qui) alla Premiazione dei Commercianti:

«E’ un momento molto triste per noi, Carlo, Giovanni e Giuseppe non hanno avuto il coraggio di continuare a vivere. Non è nostro compito giudicare il loro gesto, ma abbiamo il dovere di verificare perché queste cose accadono. Con questa cerimonia premiamo gli anziani del commercio, non sappiamo però se i giovani di oggi abbiano lo stesso futuro. Ma non piangiamoci addosso, dobbiamo trovare le risorse per andare avanti e ricordare che l’associazione è una famiglia: chi è in difficoltà si rivolga a noi».

Adesso non serve aggiungere altro, adesso lasciamo che Giovanni riposi in pace, e per chi ci crede, sarà lassù a ridere e scherzare con tutti, molta la gente al Sacro Cuore che ha voluto dargli l'ultimo saluto, adesso dopo la cremazione le sue ceneri saranno portate nel Cimitero di Portogruaro sua città natale, accanto al padre, e poi inevitabilmente calerà il silenzio su questa drammatica vicenda, perchè la vita continua, qualcuno direbbe purtroppo, io dico solo :ciao Giovanni...

 

 

G.B. 


 

PER L'ULTIMO SALUTO

A GIOVANNI SCRIZZI 

 

Il parroco del Sacro cuore:

   «Accogliamolo con tenerezza»

Protesta silenziosa del “9 dicembre” contro lo Stato

 

«Chissà se ci guarda da lassù e ride». Più di qualcuno fuori dalla chiesa, già gremita alle 14.30, lo ha detto a bassa voce ricordando i propri personali e felici momenti con lui. Perché è difficile immaginare una cosa più distante da Giovanni Scrizzi di un funerale. Eppure ieri, nella chiesa del Sacro cuore la bara di legno chiaro con il cuscino di rose bianche era proprio la sua.

Eppure le tantissime persone che hanno affollato il luogo di preghiera – tanti gli artisti, ma anche i politici (quasi al completo la giunta municipale, tanti i consiglieri), i rappresentanti delle categorie e soprattutto gli amici – ieri erano là per lui.

Lo ha detto bene don Angelo Grillo che ha officiato la messa assieme a don Leo Collin: «Siamo qui tutti per Giovanni. Chi non ha fede – ha detto – lo esprima con i valori della propria vita».

Da uomo, prima che da sacerdote, il parroco ha voluto dare un messaggio di «perdono e speranza» dopo la morte dell’imprenditore e artista che si è tolto la vita al culmine di un periodo di disagio, terminato con l’esclusione dalla gara per l’assegnazione del Caffè letterario, la sua creatura per 12 anni. «Giovanni sei accolto e lo sono anche i tuoi famigliari.

E accogliere vuol dire amare, fede o non fede» ha detto don Grillo.

Perché quando si soffre «si vuole sentirsi dire “ti amo come sei, con i tuoi fallimenti e i tuoi successi”».

E don Angelo ha invitato a guardare «con tenerezza il peso dei fallimenti» non con giudizio, perché è così che Dio guarda a noi. «Lascio a voi il ricordo della persona che era Giovanni, sempre con lo stile della tenerezza». Il silenzio pesante e commosso della chiesa – al punto che in alcuni momenti si potevano sentire le voci festose dei bambini nel parco vicino – è stato rotto solo dalla musica degli amici di Giovanni e dalla voce incantevole di Michela Grena del Cem.

A dare un tocco di allegria alla sobrietà della cerimonia, i girasoli che hanno fatto da cornice all’ultimo saluto di Giovanni.

A dare speranza a tutti il sorriso dell’ex moglie Sonia Sist.

Anche la protesta – temuta dopo le polemiche sul cavillo normativo che ha portato all’esclusione di Scrizzi dalla gara del Caffè letterario – è rimasta civile: due soli cartelloni, a firma 9 dicembre, che sul sagrato, come lapidi, declamavano: «Stato assassino, vi cacceremo». (m.mi.) 

 

(Fonte: Messaggero Veneto - Pordenone - 17.10.2014)

 

 


 

 

 Scrizzi, in tanti al funerale

Le polemiche restano fuori

 

Sacro Cuore gremito per l'ultimo saluto

al Gestore  del "Caffè letterario"

 

di Lara Zani

La politica fa un passo indietro; le polemiche, poche, restano fuori. Per famiglia e amici di Giovanni Scrizzi quello di ieri è stato semplicemente il giorno del dolore - composto, silenzioso, commosso -, e anche i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di categoria hanno scelto la discrezione, mescolati fra la folla che ha gremito la chiesa del Sacro Cuore. Unico simbolo presente, il gonfalone dell'Ascom, a salutare il suo associato. E che il tempo delle polemiche sia concluso, o perlomeno sospeso, lo dimostrano anche i due principali protagonisti della dura contrapposizione seguita al tragico gesto del fondatore del Caffè letterario, il sindaco Claudio Pedrotti e il presidente dell'Unione industriali Michelangelo Agrusti. Fra i primi ad arrivare, entrano insieme in chiesa e assistono alla funzione l'uno accanto all'altro. E confusi fra la folla ci sono anche gran parte degli assessori in carica (Renzo Mazzer, Claudio Cattaruzza, Nicola Conficoni e Bruno Zille), molti consiglieri comunali in carica e passati, i rappresentanti di tutte le associazioni di categoria con i vertici Ascom al completo, il direttore del carcere Alberto Quagliotto, il presidente della Fiera Alvaro Cardin, il duo comico I papu e soprattutto tanti amici che hanno conosciuto Scrizzi dietro il bancone del Caffè letterario. Tre le parole sulle quali il parroco, don Angelo Grillo, ha voluto insistere: perdono, speranza e compassione: «C'è una parola che si deve stagliare nella mente e nel cuore di ciascuno: perdono. Perdonare vuol dire chiedere amore e comprensione. Speranza, perché c'è qualcosa che va oltre la morte anche quando questa si presenta tragica. Infine, la compassione. Tante volte - continua - dentro di noi non stiamo bene, sentiamo il peso di fallimenti e responsabilità: questo ci deve fare tenerezza, perché manifesta il dramma di una persona. La morte di Giovanni, come ogni morte, ci interroga seriamente: c'è un mondo interiore che va amato e custodito, perché opera di Dio. Io lascio a voi la persona di Giovanni, ma con lo stile della tenerezza: sappiate esaltare il bello e abbiate compassione per le fragilità che ciascuno di noi vive».

 

(Fonte: Gazzettino di Pordenone - 17.10.2014)

 


 

 

Lacrime inquinate dall’ipocrisia

 

di Giorgio Coden

Provo sgomento per la morte di Giovanni Scrizzi, come si prova quando una persona tronca di netto con il mondo andandosene in silenzio e solitudine, ma provo ancora più sgomento per le reazioni avventate che alcuni personaggi hanno consegnato alle stampe dopo la disgrazia. Non conoscevo Scrizzi; apprendo dalle cronache che aveva un passato di tutto rispetto nella vita culturale di Pordenone e, dunque, aggiungo io, un avvenire di altrettanto spicco. Un uomo così attivo e fattivo che aveva coltivato con successo i campi della ristorazione impreziosendoli con interessi musicali e letterari, non poteva non avere un futuro; di certo non era tipo da scoraggiarsi di fronte a un intoppo di scartoffie. Vulcano di idee, quale dicono, avrebbe sicuramente trovato tempo e spazio per aprire un altro ritrovo dove servire, col caffè, buona musica e stimolanti letture.

Invece, stiamo piangendo il suo suicidio e il modo peggiore è quello inscenato dal politico Gianni Zanolin, dallo scrittore Tullio Avoledo, dal "commerciante" Alberto Marchiori e dall'industriale Michelangelo Agrusti, tutti accomunati, pur con toni diversi, nel collegare la fine di Scrizzi al mancato rinnovo della gestione di un bar. Da qui accuse strampalate alla burocrazia cieca, al municipio sordo, alla città muta, minacce di azioni legali e proposte di chiudere per sempre quel bar. Un blaterare scomposto, insulto prima al povero Scrizzi, poi al buon senso, la maniera migliore per sminuirne la personalità in vita e banalizzare la tragica grandiosità della sua morte.

Bene ha fatto il sindaco a replicare a muso duro a questi imperterriti cacciatori di responsabilità e bene farà, per commemorare come si deve la morte di Giovanni Scrizzi, a ridare il più in fretta possibile vita a quel Caffè Letterario che è stato e sarà il testimone del suo impegno per Pordenone.

 

(Fonte: Gazzettino di Pordenone - 16.10.2014)



 

UNA FOLLA COMMOSSA 



 
UNA_FOLLA_COMMOSSA_PER_ULTIMO_SALUTO_A_GIOVANNI_SCRIZZI_.pdf

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SCRIZZI_IN_TANTI_AL_FUNERALE_LE_POLEMICHE_RESTANO_FUORI_.pdf

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PORDENONE_MORTE_DI_SCRIZZI_LACRIME_INQUINATE_DA_IPOCRISIA_.pdf

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PORDENONE_CAFFE_LETTERARIO_SI_DECIDE_GIOVEDI_23_OTTOBRE_.pdf

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PORDENONE_PREMIAZIONI_ASCOM_CON_UN_VELO_DI_TRISTEZZA_.pdf

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