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25/10/2014 - Primo piano e Cronaca

CAFFE' LETTERARIO: RIASSEGNATO AL GRUPPO CEOLIN - CASULA...

Chiuso l'atto di gara, giusto riaprire anche in memoria di Giovanni Scrizzi

25 Ottobre 2014


 

"Caffè Letterario" assegnato

al gruppo Ceolin-Casula

 

 Il bar alla presidente di "Eureka" e ai fratelli dell'azienda vitivinicola di Bannia

"Difficile succedere a Scrizzi,

saremo uno spazio aperto"

Riapertura in due mesi

 

Il Caffè letterario volta pagina: da ieri è iniziata una nuova era per il locale di piazza della Motta di proprietà del Comune, per 12 anni gestito da Giovanni Scrizzi. L’apertura delle buste, in seduta pubblica ha decretato che i nuovi gestori sono Irma Casula, il fratello Giorgio ed Elena Ceolin, riuniti in un costituendo raggruppamento d’impresa. «Il pensiero va a Giovanni – hanno affermato Irma ed Elena -. Cercheremo di proseguire sulla sua strada affinchè il Caffè letterario diventi un centro vivo e non un sacrario alla sua memoria. L’eredità è pesante, ma siamo certe che la città comprenderà gli sforzi che faremo».

La procedura. Prima della seduta pubblica di ieri si erano tenute altre sedute riservate da parte della commissione giudicatrice (formata da Federica Brazzafolli, Annalisa Greco e Bernardo Ambrosio) per esaminare le offerte culturali. Le cinque società ammesse alla fase finale erano la Movembick di Nicola Ulgelmo, la Casula-Ceolin, la Sorgon-Magro di Eleonora Sorgon e Gianni Magro, la Tertulia con Francesca Coran e Loretta Venier e l’Arcadia srl che fa riferimento ad Andrea Mizzau. Tertulia e Casula-Ceolin erano le due realtà che avevano ottenuto il punteggio maggiore per l’aspetto culturale ma poi la seconda ha presentato un’offerta economica decisamente superiore con un rialzo del 146 per cento (canone annuo di 19.188). La Tertulia si è “fermata”a un + 46 per cento ( 11.388 euro annui).

La gioia e l’amarezza. Abbracci e incredulità per quanto avvenuto. I secondi successivi alla proclamazione dei vincitori sono stati così: impossibile nascondere la gioia. Poi, dopo le congratulazioni degli sconfitti, di nuovo il pensiero a Giovanni. «L’emozione è tanta, il nostro rialzo economico è stato elevato, me l’aspettavo anche dagli altri – ha sottolineato Irma -. Ora espleteremo le formalità e, come previsto dal bando, tra circa un paio di mesi avverrà l’apertura. E’ un’eredità difficile. Confesso che una volta sola, dopo quello che è successo, ho pensato di rinunciare. Ma sarebbe stato stupido e ancora più tragico, un nonsenso. Sarà comunque difficile non vedere Scrizzi dietro quel bancone». «Quando era stato ammesso con riserva siamo andate a trovarlo – ha ricordato Elena, che Giovanni lo conosceva per alcuni progetti realizzati insieme -. Ci ha raccontato di alcuni problemi del Caffè: economici, con il Comune, la piazza vuota e il mercato, snaturato a causa dei tanti stranieri, che si estendeva fin davanti la porta. Ci siamo confrontati con lui e lui aveva condiviso con noi alcune sue emozioni».

Proposte. Spazi per i giovani, attenzione al territorio con proposte enogastronomiche, mostre fotografiche, concerti, attività per i bambini e contenitore degli eventi cittadini: l’idea di Caffè letterario del gruppo Casula-Ceolin vuole essere questo. «Non un atomo all’interno della città, ma uno spazio aperto». E così l’idea è di essere contemporanei ma allo stesso tempo attenti alle tradizioni, coinvolgendo il territorio e tutto ciò che circonda il locale, compresa la casa per anziani Umberto primo.

Chi sono. I fratelli Casula fanno parte della famiglia che gestisce l’omonima azienda vitivinicola di Bannia, ma non ne sono direttamente dipendenti. Irma ha risieduto a lungo a Roma dove ha fatto una lunga esperienza in ambito sociale ricoprendo la carica di presidente nazionale del Modavi (movimento delle associazioni di volontariato) ed è rientrata a Pordenone da pochi mesi, dov’è volontaria per il circolo Eureka e nell’associazione Stile Nord Est. Il fratello Giorgio ha frequentato la scuola alberghiera e lavora nel mondo della ristorazione. Elena Ceolin è presidente del circolo Eureka che organizza Pordenone Pensa e Pordenone Smile, in programma oggi e domani. Laura Venerus

 

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 La Commissione:
«Anche noi siamo rimasti turbati»

 

Erano da poco trascorse le 8.30 nella sala rossa del municipio di Pordenone quando la commissione giudicatrice delle offerte per la gestione del Caffè Letterario ha aperto i lavori. L’aria che si respirava si poteva tagliare con il coltello, perchè tra i partecipanti alla gara ne mancava uno. Qualcuno che non c’è più. A prendere la parola per prima è stata la presidente della commissione, la dirigente comunale Federica Brazzafolli. «Anche noi commissari siamo rimasti turbati, così come credo voi concorrenti – ha affermato -. Abbiamo operato sulla scorta del bando di gara e lo scorso 9 ottobre c’è stata la conclusione delle sedute riservate per esaminare il progetto tecnico». La seconda parte della procedura per l’assegnazione del Caffè letterario è stata fatta slittare di alcune settimane e fissata a ieri per rispetto di quanto accaduto a Giovanni Scrizzi ed evitare che le formalità burocratiche procedessero troppo a ridosso del dramma personale dell’oste artista. (l.v.)

 

(Fonte: Messaggero Veneto - Pordenone - 24.10.2014)

 

 


 

 

Il "Caffè Letterario"

alle donne di Eureka

 

Elena Ceolin Irma e Giorgio Casula

vincono la gara

per la gestione del locale nell'ex convento

 

di Valentina Silvestrini

Il Caffè Letterario ha un nuovo gestore. Si tratta della società in via di costituzione composta dai fratelli Irma e Giorgio Casula e da Elena Ceolin (già presidente del circolo Eureka, l'associazione che organizza PordenonePensa). Il raggruppamento Casula-Ceolin ha sbaragliato gli altri quattro concorrenti in gara per la gestione del locale di proprietà comunale offrendo un affitto circa tre volte maggiore rispetto a quello base, oltre a un progetto culturale giudicato secondo per qualità.
All'esito si è giunti ieri mattina, in un incontro pervaso dalla tristezza per la morte di Giovanni Scrizzi, cuore e mente del Caffè Letterario, suicidatosi durante l’iter amministrativo. Nella sala Rossa del Municipio sono state aperte le buste che contenevano la proposta economica dei cinque concorrenti (la sesta, quella dell'ex gestore si era rivelata non ammissibile non ammissibile per l’assenza della copia di un documento di identità).
Il bando prevedeva il rialzo del canone d'affitto dai 7.800 euro annui proposti dal Comune (solo il 30% del valore di mercato) per una superficie di 107,80 metri quadri interni e altri 26 esterni. La commissione giudicatrice (composta da Bernardo Ambrosio, Annalisa Greco e presieduta da Federica Brazzafolli), dopo diverse sedute private (l'ultima delle quali si è tenuta il 9 ottobre) ha comunicato ieri i punteggi della valutazione tecnica del progetto culturale correlato alla gestione del bar (a cui erano assegnati 55 punti su 100). A questi, sono stati aggiunti quelli derivanti dalla proposta economica: il 146% di rialzo sull'affitto proposto da Casula-Ceolin (per un totale di 19.188 euro annui) è valso un balzo di 45 punti nella classifica (96,33). Un risultato irraggiungibile per gli altri a iniziare dal gruppo «La Tertulia» con Francesca Coran e Loretta Venier (ex Casette, collaboratrici dell'osteria I Compari) che hanno chiuso con 65,84 punti. Il loro rialzo del 46% (per 11.388 euro d'affitto) è stato troppo poco per mantenere il vantaggio di appena qualche decimale ottenuto per la proposta «culturale» (51,666 per Tertulia contro i 51,333 di Casula-Ceolin).
Ancora più distanti la proposte di Arcadia - gruppo che fa riferimento ad Andrea Mizzau - con un rialzo economico del 30% e arrivato terzo nella classifica tecnica (con 50,334 punti); quella della società padovana Movembik collegata a Nicola Ulgelmo (rialzo economico del 3% e punteggio tecnico del 30,66%) e quella del gruppo composto da Eleonora Sorgon e Gianni Magri (rialzo del 2,56%, punteggio tecnico fermo a 21,33%).


(Fonte: Gazzettino di Pordenone - 24.10.2014)

 

 


 

 

«Sarebbe stato un errore fermarsi per il dramma»

 

L’INTERVISTA

«Riaprendolo onoriamo Scrizzi»

 

PORDENONE - (v.s.) Irma Casula e Elena Ceolin, aggiudicatarie del bando di gestione del Caffè Letterario non nascondono la loto felicità davanti alla macchina fotografica per l’assegnazione del locale. «Sapevamo che avevamo fatto una buona offerta economica (un rialzo del 146% del canone di affitto sulla base di 7.800 euro proposti dal Comune, ndr), ma ci aspettavamo offerte maggiori dagli altri concorrenti» commentano tra i complimenti degli altri concorrenti e gli auguri di buon lavoro.
Oltre alle incombenze economiche, dovrete affrontare anche il difficile compito di ereditare un luogo creato e valorizzato da Giovanni Scrizzi, la cui morte ha lasciato profonda amarezza all'interno della comunità...
«Non sarà facile. In questo momento il nostro pensiero va a lui, di cui in questo momento si percepisce in modo molto forte la mancanza. Cercheremo di seguire il suo esempio, senza "calpestare" quello che ha creato, cercando di portarlo avanti anche se in maniera diversa, e chiedendo alla città un aiuto affinché il Caffè Letterario diventi un centro vivo e non un sacrario alla memoria. Spero che i nostri sforzi vengano percepiti».
Dopo la morte di Scrizzi, le polemiche sul bando e sull'inammissibilità della candidatura dell'ex gestore, avete mai pensato di ritirarvi dalla gara?
«L'abbiamo pensato, ma sarebbe stato un insulto a Scrizzi, perché avrebbe reso il suo gesto ancora più tragico e doloroso. Mollare sarebbe stato un atto senza senso. Durante la gara, dopo aver consegnato la proposta, ci eravamo confrontate anche con Scrizzi, aveva condiviso con noi le difficoltà di questo bar. Ci aveva confidato quali fossero i problemi e le criticità, il fatto che questa area della città sia sempre meno viva, e che lo stesso Convento si stia svuotando».
Ci potete anticipare qualcosa delle proposte culturali che avete progettato?
«Molto spazio ai giovani così come la collaborazione con realtà e associazioni del territorio, cose richieste dal bando. Vorremmo proporre molte iniziative, dalla fotografia, ai concerti, agli incontri, e molte attività per i bambini, recuperando anche aspetti legati alla tradizione. Lavorare in sinergia col territorio, ad esempio con gli anziani che gravitano su quest'area, e non solo con le aziende dell'enogastronomia locale».
Non temete che la vostra gestione possa essere associata a un posizionamento politico?
«Faremo tutti gli sforzi per sfatare questo pensiero. Vogliamo che sia il Caffè Letterario di tutti, per questo abbiamo coinvolto partner molto variegati. Vorremmo fare qualcosa di bello per la città».


(Fonte: Gazzettino di Pordenone - 24.10.2014)

 

 



 
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