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11/03/2016 - Comunicati Stampa

VIZZON DI FRATELLI D'ITALIA PER SALVARE UFFICIO POSTE DI POZZI

San Michele al Tagliamento: Il Governo risponde alla Interrogazione...

11 Marzo 2016 (Nei Link a fondo pagina degli Artcoli correlati sull'Uffico Postale di Pozzi..) 


 

COMUNICATO STAMPA del 10.03.2016

 

Fratelli d'Italia - ALLEANZA NAZIONALE di San Michele al Tagliamento continua la battaglia contro la chiusura dell'Ufficio Postale di Pozzi.

L'On. Fabio Rampelli (clicca qui) ha presentato alla Camera dei Deputati un'interrogazione con la quale ha evidenziato che la chiusura dell'Ufficio Postale di Pozzi causerebbe grandissime difficoltà ad un'utenza di oltre duemilacinquecento persone, molte delle quali anziane.

Pubblicata la risposta del Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Antonio Giacomelli. (clicca qui)

Il referente di FdI-AN Giorgio Vizzon farà tutto il possibile per impedire la chiusura dell'Ufficio Postale di Pozzi.

 

F.to GIORGIO VIZZON

 

 


 

INTERROGAZIONE

dell’On. Fabio Rampelli – Fratelli d’Italia – AN

.

“…nella sola Regione Veneto è prevista la chiusura di 73 uffici postali, con gli ovvi disagi che ne conseguono per i cittadini;

tra gli Uffici che dovrebbero chiudere vi è anche quello

di Pozzi di San Giorgio al Tagliamento, nel comune di San Michele al Tagliamento in provincia di Venezia, che serve un'utenza di oltre duemilacinquecento persone, molte delle quali sono anziane, elemento che dovrebbe rappresentare uno dei criteri per scongiurare le chiusure;

proprio le persone anziane, infatti, sono quelle maggiormente colpite dalla chiusura, posto che doversi recare a chilometri di distanza per raggiungere gli altri uffici creerà loro notevoli disagi;

gli uffici postali rappresentano un presidio dello Stato sul territorio oltre che un servizio a imprese e cittadini –:

quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere affinché il piano di razionalizzazione non comporti eccessivi disagi agli utenti dei comuni interessati dalla chiusura o riduzione dell'apertura al pubblico degli uffici e si garantisca il pieno diritto della cittadinanza all'accessibilità del servizio.”

 


 

 

ATTO CAMERA dei  DEPUTATI

RISPOSTA scritta pubblicata Venerdì 4 Marzo 2016

nell'Allegato B della seduta n. 583 4-08563

presentata dall'On. Rampelli Fabio

 

In via preliminare, occorre premettere che il settore postale, a livello nazionale e comunitario, è stato interessato negli ultimi anni da profondi cambiamenti che hanno riguardato il contesto normativo, ed in particolare il passaggio delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza dal Ministero dello sviluppo economico all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) per effetto del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito nella legge 22 dicembre 2011, n. 214.

Si sono, inoltre, verificati notevoli mutamenti concernenti la concorrenza e l'evoluzione delle esigenze dell'utenza verso una significativa differenziazione dell'offerta dei servizi.

In tale ambito la fornitura del servizio universale presenta problematiche relative a particolari condizioni demografiche e territoriali, caratterizzate da vaste zone di difficile accessibilità ed a scarsa densità abitativa.

Il contratto di programma vigente tra il Ministero e Poste italiane prescrive all'articolo 2, comma 6, che quest'ultima trasmetta all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), con cadenza annuale, l'elenco degli uffici postali e delle strutture di recapito che non garantiscono condizioni di equilibrio economico e, contestualmente, il piano di intervento per la progressiva razionalizzazione della loro gestione.

L'Autorità, nell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, svolge un'attività di valutazione del piano di razionalizzazione della gestione degli uffici postali, al fine di verificarne la conformità ai criteri di distribuzione dei punti di accesso alla rete postale.

Su tale aspetto, si evidenzia che l'Agcom con delibera 342/14/CONS, ha introdotto specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori.

Il contratto di programma, inoltre, consente a Poste italiane, previo accordo con le autorità locali, di garantire una presenza più articolata nelle aree territoriali disagiate.

Il Ministero è in più occasioni intervenuto, pur avendo perso, come detto in premessa, le proprie funzioni di regolamentazione e di vigilanza, affinché ogni intervento di Poste italiane fosse preceduto da una fase di effettivo confronto con le regioni e gli enti locali.

Tale attività del Ministero ha dato luogo ad una effettiva modifica del piano di Poste italiane che si è basata su accordi realizzati nei diversi territori con i rappresentanti degli enti locali e delle regioni così come in più occasioni riconosciuto e apprezzato da questi ultimi.

Il Ministero si è inoltre attivato nella fase di definizione del nuovo contratto di programma, nell'ottica di evitare ove possibile l'attuazione del piano di rimodulazione e razionalizzazione degli sportelli, ed ha concluso una fase di negoziazione con Poste italiane che ha dato luogo ad una rilevante modifica del contratto stesso, nel quale si è scelto, con reciproco scambio di consenso sul testo finale, di ribaltare la prospettiva sinora tenuta assumendo una vera e propria linea di «politica industriale».

La nuova impostazione si basa, infatti, sull'assunto che la capillarità della presenza di Poste non debba essere considerata più un peso o un onere bensì un asset strategico, un valore: dunque ogni chiusura, per quanto giustificata e dentro le regole del servizio universale, impoverirebbe un asset della società.

In particolare, all'articolo 5 comma 5 del contratto di programma, Poste italiane – anche tenuto conto del perseguimento di obiettivi di coesione sociale ed economica – si è impegnata a ricercare e valutare prioritariamente ogni possibilità di potenziamento complessivo dei servizi, anche attraverso accordi con le regioni e gli enti locali; dando seguito all'indicazione del Ministero secondo cui che l'ipotesi di intervento in riduzione debba essere confinata come estrema ratio dopo aver considerato possibilità alternative. Poste italiane, nella logica del potenziamento e di una maggiore efficienza dei servizi, dovrà valutare il rapporto costi-ricavi non sulla base del singolo ufficio postale ma in un ambito territoriale più ampio fino anche, ad esempio, a coprire una scala regionale.

La società Poste italiane dovrà valutare, prioritariamente alla decisione di rimodulazione e razionalizzazione, iniziative proposte da enti e istituzioni territoriali in grado di aumentare la redditività della rete degli uffici postali in un ambito territoriale.

Tali proposte dovranno pervenire, a regime, entro il 30 settembre di ogni anno. Per l'anno 2015, tale termine è posticipato al 31 marzo 2016. La società è tenuta a trasmettere il suddetto piano all'Autorità entro il 1o luglio 2016.

Parallelamente all'azione del Ministero, persiste l'attività di vigilanza dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che ha assicurato che provvedere a verificare la legittimità, sotto il profilo della coerenza con la normativa vigente, delle chiusure o delle rimodulazioni orarie degli uffici postali contenute nel piano comunicato da Poste italiane s.p.a., compresi gli eventuali interventi sulle sedi a cui si riferisce la presente interrogazione.

 

 

Il Sottosegretario dello Stato per lo Sviluppo Economico:

Antonello Giacomelli

 


 

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