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17/11/2016 - Comune e Territorio

SI VUOLE IL TEMPIO CREMATORIO, MA NON TUTTI SONO D'ACCORDO

Molti dubbi sulla reale necessitą e salubritą da parte del Circolo PD locale..

17 Novembre 2016 (Intanto stasera in Villa Comunale un Incontro del M5S... clicca qui)

 Da chiedersi: "Andremo tutti in fumo" ?


 

Circolo PD di Portogruaro

 

Tempio  CREMATORIO

 

Nuoce alla salute? La gente lo vuole?  

Come funziona in altre realtà?

Chi lo paga? Dove verrà fatto?

Potrà svalutare gli immobili circostanti?

 

Comunicato Stampa del 14.11.2016

 

Il Tempio Crematorio non può essere immaginato e pensato senza alcuna consultazione ed informazione della cittadinanza.

L'Amministrazione Comunale di Portogruaro ha inserito nel programma opere pubbliche 2017/2019: la realizzazione e gestione del  tempio  crematorio per un importo di Euro 1.800.000

Si fa presente che l’Amministrazione Comunale aveva adottato una variazione di bilancio per uno studio di fattibilità – per un importo di Euro 10.000. La variazione di bilancio è stata approvata in Consiglio il 31.10, dopo l'approvazione del programma opere pubbliche.

Lo studio non risulta ancora effettuato, ciò nonostante,  in assenza di uno studio,  il progetto di realizzazione del forno crematorio è stato comunque inserito  nel programma opere pubbliche.

E' indubbio che la  carenza di loculi nei cimiteri è un problema reale,  ma è necessario tener conto che la scelta della  cremazione è legata  ad  un cambiamento di mentalità e di cultura che non si risolve con la vicinanza ad una struttura crematoria.

A riguardo dell'opera  non c'è alcun atteggiamento pre-concetto, ma è indubbio che una scelta così importante deve essere supportata da verifiche e valutazioni approfondite, volte a garantire i cittadini.

Proprio perchè l'argomento  dal punto di vista etico-sociale tocca diverse sensibilità è necessario coinvolgere ed informare fin dall'inizio la popolazione, affinchè  scelte, quali la realizzazione e gestione di un forno crematorio, siano  davvero condivise.

Tanto più che nei programmi elettorali presentati solo un anno e mezzo fa non risulta siano state avanzate proposte in tal senso.

Non dimentichiamo che nel corso degli ultimi anni vi è stata una proliferazione dei project financing dei forni crematori in tutta Italia e anche nel Veneto. Anche alcuni Comuni vicini al nostro sono stati avvicinati da imprese interessate allo scopo, gli altri Sindaci non hanno però accettato tali proposte.

Questi impianti vengono proposti ai Comuni  attraverso la modalità della finanza di progetto, prospettando alle amministrazioni locali lauti canoni mensili di concessione ed altre agevolazioni od accordi.

Le proposte di project financing  si fondano  sul fatto che le cremazioni sono in aumento, ma soprattutto che questo servizio comporta una fonte di entrate per il Comune   che fornisce questo servizio anche per altri Comuni che non hanno questi impianti.

Molte sono le osservazioni e dubbi avanzati in tutte le località che hanno avviato questa scelta. Numerose sono state e sono ancora le  proteste in tutta Italia.

Il reale fabbisogno, il rispetto ambientale  e gli studi di fattibilità per tali progetti devono quindi essere  approfonditi preventivamente e toccare i tanti aspetti correlati.

Il Project Financing prevede  normalmente un costo complessivo superiore a quello indicato nel programma opere di Portogruaro, la gestione è di norma pluridecennale e prevede un numero minimo di cremazioni giornaliere.

Per il project financing occorrono progetti, schema di contratto, piano economico-finanziario asseverato da una banca di primaria importanza , In pratica conta non solo chi ha intenzione di farlo, ma chi è in grado di farlo.

Dubbi sull’impatto ambientale degli impianti, sul  rischio di svalutazione degli immobili circostanti,  (stimata nel 30% del valore degli immobili), sulla compatibilità dell’opera sono state avanzate in ogni località dove sono state avviate tali scelte.

In molti sostengono che tali progetti hanno impatti pesanti sulla salute. Il tema delle emissioni nell’atmosfera pare sia un problema importante e reale, considerato che i forni crematori, come ricordato dalla Convenzione di Stoccolma del 2004 producono sostanze chimiche tossiche che non sono biodegradabili, tra cui pare la diossina.

La gente ha dunque il diritto ed il dovere di  essere preventivamente interpellata,  di conoscere fino in fondo le conseguenze che questi impianti avranno sia sul piano ambientale, della salute, che su quello economico.

Su questi temi non è ammessa superficialità od approssimazione dal parte dell'Amministrazione Comunale. E' necessario fare approfondimenti con l'Arpav, l'Asl, al fine di chiarire tutti i punti necessari a garantire l’assoluta innocuità della struttura e della sua attività e  valutare l' eco-compatibilità

Solo dopo le verifiche e la condivisione con i cittadini l'opera potrà essere inserita  nel programma opere pubbliche. Inserirla senza questi passaggi è una forzatura inutile.

In alcune città- Sindaci attenti- hanno proposto un referendum alla popolazione, proprio per evitare incertezze, dubbi, scontri.

Ricordiamo che a Spinea ( non molto lontano da noi ) le emissioni di diossina del forno crematorio sono cinque volte superiori rispetto a quelle delle centrali di Marghera. Uno studio fatto dall'ARPAV ha  riscontrato che le concentrazioni maggiori di diossina sono proprio a Spinea:

La Regione Veneto non ha  ancora definito una legge per la costruzione dei forni crematori. Ciò nonostante  il decreto legislativo N. 285 del 10 settembre 1990 afferma che il progetto di costruzione di un crematorio deve essere corredato da una relazione nella quale vengono illustrate le caratteristiche ambientali del sito, le caratteristiche tecnico sanitarie dell' impianto ed i sistemi di tutela dell'aria dagli inquinamenti.

Considerato che in Veneto sono presenti 7 forni crematori cimiteriali,  ( su 46 italiani) di cui 3 a Venezia ( Marghera, Spinea e Isola di S.Michele), che altri sette sono quelli proposti negli ultimi anni, da realizzare tramite project financing,  che nel vicino Friuli i forni crematori sono tre ( Trieste – Udine ed il vicino Cervignano),la verifica sulla  sostenibilità di una tale scelta pare davvero necessaria.

 E' vero del resto che la Regione veneto dovrebbe intervenire sulla proliferazione dei project financing dei forni crematori in Veneto, progetti sovradimensionati, realizzati o pensati in assenza di un piano regionale sui reali fabbisogni del territorio.

E' indubbio che servono regole chiare, pena il  rischio di speculazioni a discapito dei cittadini e della loro salute.

Molti progetti non sono  calibrati al territorio, sono presentati dalle stesse aziende, che fanno il loro business,  ma tutto ciò non deve avvenire a spese dei cittadini.

Un' Amministrazione Comunale  deve comunque agire nell'interesse di tutti i cittadini e deve prioritariamente pensare al benessere generale della Comunità.

Per tutte queste motivazioni  crediamo che  l'opera non possa essere  inserita nel programma opere pubbliche senza essere prima valutata in tutte le sue conseguenze.

Devono essere  effettuati incontri con la cittadinanza, devono essere effettuate tutte le verifiche  preventive a riguardo.

Sulla testa della gente non si assumono decisioni così impattanti ed a rischio ambientale.

Questa Amministrazione si sta caratterizzando per decisioni frettolose, arroganti che hanno conseguenze pesanti per i cittadini, prima una  viabilità che privilegia le macchine, ora il Tempio crematorio.

L'amministrazione faccia un passo indietro ed ascolti prima  i cittadini.

 

14 novembre 2016                                                 

 

Circolo Partito Democratico Portogruaro

Il segretario Roberto Zanin

 


 

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