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01/09/2017 - Primo piano e Cronaca

PRESIDENTE FEDERAZIONE ISLAMICA REPLICA ALLE "ACCUSE" DI ZAIA

Bouchaib Tanji: I musulmani veneti e il terrorismo fondamentalista...

1 Settembre 2017


NOTA Interessante questo scambio epistolare tramite i Giornali tra Bouchaib Nanji, presidente della Federazione Islamica Veneta (clicca qui), ripresa e pubblicata poi dal Corriere del Veneto (clicca qui), seguita dalla risposta del presidente della Regione Luca Zaia... (clicca qui)

 

G.B.

 


 

Tanji Bouchaib

Presidente  della Federazione Islamica del Veneto

  

I musulmani veneti

e il terrorismo fondamentalista

 

Ancora emozionato dalla partecipazione alla fiaccolata che la città di Bassano del Grappa ha dedicato a Luca Russo, un altro giovane vittima del terrorismo, leggo sul Corriere - in un articolo a firma di Andrea Pasqualetto - una dichiarazione del Presidente Zaia che, riferendosi a Luca e a Valeria Solesin, parla di “una guerra non convenzionale che va combattuta… anche perché non vedo ferme condanne dalle moschee”.

Non so a quale moschee Zaia si riferisca. Se si riferisce a quelle italiane e venete (in quest’ultimo caso farebbe bene a parlare di luoghi di preghiera islamici) sbaglia di grosso.

Tutte le associazioni islamiche italiane, quelle venete in testa, hanno condannato ripetutamente il terrorismo fondamentalista.

Lo hanno fatto in occasione degli attentati che hanno colpito l’Europa e non solo: molti di noi provengono da Paesi che hanno e stanno pagando con il sangue le azioni di Daesh e di altre formazioni criminali. Lo hanno fatto pubblicamente ogni volta che ne hanno avuto la possibilità, come ai funerali di Valeria e alla fiaccolata per Luca.

Ma per noi gridare “Non nel mio nome” non basta.

L’Islam è una religione di pace e questo comporta non solo la condanna di chi organizza e compie atti di violenza omicida e suicida ma anche la ripulsa della violenza per sé stessa e quindi anche di chi la sostiene, soprattutto se la predica, falsificando e stravolgendo i testi sacri e in nome di Dio.

Per questo, come persone di fede, ci sentiamo vicini alle parole e ai sentimenti di Papa Francesco e dei suoi predecessori e, come cittadini all’azione del governo italiano e delle forze di polizia.

Il presidente della Regione del Veneto queste cose le sa bene, ne abbiamo parlato insieme giusto tre anni fa, quando ha ricevuto ufficialmente a Palazzo Balbi una nostra delegazione e ci incoraggiato a proseguire nella nostra azione, come abbiamo fatto e stiamo facendo.

Non si capisce quindi questo suo “non vedo”, sempre che non sia un “non voler vedere” per ragioni che ci sfuggono.

L’Islam a fine mese celebra la festa del Sacrificio. Iddio, Allah, mandò un angelo a fermare la mano di Abramo che stava per sacrificare suo figlio a dimostrazione della sua fede. Iddio ci chiede obbedienza ma non vuole che per dimostrarla uccidiamo i nostri figli. Di questa volontà di Dio parleremo nei nostri luoghi di preghiera.

 

Bouchaib Tanji

Presidente della Federazione Islamica Veneta

  


 

CORRIERE DEL VENETO

 

La lettera. Il leader islamico:

«Zaia non vuol vedere i nostri sforzi contro i terroristi»

 

Bouchaib Tanji: noi in prima linea

ma lui ci attacca sempre

 

 

Martedì 29 Agosto 2017

VENEZIA - Se non si è arrabbiato, di sicuro ci è rimasto male. Ma come?, solo la sera prima si era presentato alla fiaccolata in ricordo di Luca Russo, a Bassano, era salito sul palco, aveva condannato il terrorismo islamista e gli attentati di Barcellona («Siamo tutti dalla stessa parte, cristiani, musulmani, e dobbiamo essere uniti – aveva detto con la voce rotta dalla commozione -. La nostra divisione è uno degli obiettivi dei fanatici»), era stato ricambiato da un applauso forte e sentito che, parole sue, gli aveva messo i brividi…

Bouchaib Tanji, presidente della Federazione Islamica Veneta, proprio non se l’aspettava di leggere l’indomani, giorno dei funerali di Luca, sul Corriere della Sera , l’ennesima stilettata del governatore Luca Zaia alla comunità musulmana: «Siamo di fronte ad una guerra non convenzionale – aveva detto il presidente della Regione prima di entrare in chiesa - una guerra che va combattuta, anche perché non vedo ferme condanne dalle moschee». Parole che sono niente, se confrontate a quel che si può leggere in Rete, ma che hanno lasciato comunque di stucco Tanji, che conosce l’appeal che il governatore ha ben oltre i limiti dell’uditorio leghista e confidava proprio nel rapporto instaurato in questi anni con Palazzo Balbi per rasserenare gli animi di quanti soffiano sul fuoco della guerra di religione.

«Non so a quali moschee Zaia si riferisca – spiega polemico Tanji in una lettera al nostro giornale -. Se si riferisce a quelle italiane e venete, ma in quest’ultimo caso farebbe bene a parlare di luoghi di preghiera islamici (non esistono infatti moschee nella nostra regione, ndr), sbaglia di grosso. Tutte le associazioni islamiche italiane, quelle venete in testa, hanno condannato ripetutamente il terrorismo fondamentalista. Lo hanno fatto in occasione degli attentati che hanno colpito l’Europa e non solo: molti di noi provengono da Paesi che hanno e stanno pagando con il sangue le azioni di Daesh (il nome arabo dell’Isis, ndr) e di altre formazioni criminali. Lo hanno fatto pubblicamente ogni volta che ne hanno avuto la possibilità, come ai funerali di Valeria e alla fiaccolata per Luca».

E prosegue: «Ma per noi gridare “Non nel mio nome” non basta. L’islam è una religione di pace e questo comporta non solo la condanna di chi organizza e compie atti di violenza omicida e suicida ma anche la ripulsa della violenza per sé stessa e quindi anche di chi la sostiene, soprattutto se la predica, falsificando e stravolgendo i testi sacri in nome di Dio».

Il presidente della Federazione Islamica ribadisce la vicinanza «come persone di fede, alle parole e ai sentimenti di Papa Francesco» e «come cittadini, all’azione del governo italiano e delle forze di polizia» ma, aggiunge, «il presidente della Regione queste cose le sa bene, ne abbiamo parlato insieme giusto tre anni fa, quando ha ricevuto ufficialmente a Palazzo Balbi una nostra delegazione e ci ha incoraggiato a proseguire nella nostra azione, come abbiamo fatto e stiamo facendo.

Non si capisce quindi questo suo “non vedo”, sempre che non sia un “non voler vedere” per ragioni che ci sfuggono».

Tanji chiude annunciando una nuova iniziativa, in concomitanza con le celebrazioni della festa del Sacrificio che si celebrerà tra giovedì e lunedì: «Iddio, Allah, mandò un angelo a fermare la mano di Abramo che stava per sacrificare suo figlio a dimostrazione della sua fede. Iddio ci chiede obbedienza ma non vuole che per dimostrarla uccidiamo i nostri figli. Di questa volontà di Dio parleremo nei nostri luoghi di preghiera».

(Marco Bonet)

  


CORRIERE DEL VENETO

 

 

La lettera. Luca Zaia:

Bene la condanna del terrorismo

ma la comunità islamica faccia di più

 

 

Mercoledì 30 Agosto 2017

VENEZIA - Bouchaib Tanji, presidente della Federazione islamica veneta, in una lettera al nostro giornale, si era chiesto se il governatore vedeva le manifestazioni di netta condanna del terrorismo della sua comunità visto che durante i funerali di Luca Russo, vittima della Rambla, aveva espresso dichiarazioni in senso opposto. «Tutte le associazioni islamiche italiane, quelle venete in testa, hanno condannato ripetutamente il terrorismo fondamentalista (....) lo hanno fatto pubblicamente ogni volta che ne hanno avuto la possibilità (...) e per noi la condanna non basta, facciamo molto di più (...) Non si capisce quindi questo suo non vedo, sempre che non sia un non voler vedere».

Questa la riposta del Governatore.

Carissimo Bouchaib Tanji,

ci conosciamo da tempo. Proprio per questo vorrei evitare personalizzazioni, e spiegarti ancora meglio il senso delle mie dichiarazioni alla stampa il giorno dei funerali a Bassano del giovane Luca Russo, che ha trovato orribile morte sulla Rambla di Barcellona. Io non credo certamente di essere assimilabile alla categoria dei «generalizzatori». Sostengo da sempre che non bisogna distinguere i cittadini in base al colore della pelle, al credo religioso, alle scelte sentimentali, e vado ripetendo costantemente che chi intende realizzare un progetto di vita in Veneto ha pieno diritto a farlo, ma nel rispetto delle leggi, delle nostre regole e consuetudini, come pure delle nostre comunità.

Va detto tuttavia che, come tu conosci bene la tua comunità, io conosco altrettanto perfettamente la mia. Se, anche soltanto per un giorno, i nostri ruoli si invertissero, non ho motivo di credere che, ammesso che esistesse un fondamentalismo cristiano che si esprimesse con atti di tale ferocia, la comunità cristiana scenderebbe in strada anche con atti e manifestazioni plateali per condannare senza alcuna esitazione. Ecco, non posso non constatare ed evidenziare che, a livello internazionale, non vedo tutte queste prese di posizione forti e risolute da parte islamica.

Nessuno, tanto meno io, discute la bontà e la buona fede delle tue asserzioni e degli esponenti della tua comunità, i quali dichiarano di essere contro il terrorismo e sostengono che l’Islam è una religione di pace.

Resta il fatto, però, che il popolo musulmano dovrebbe farsi sentire in maniera evidente, decisa, declamata. Perché dunque non esporre nei centri di preghiera islamici la bandiera dei vostri paesi d’origine listata a lutto? Perché non pensare ad aprire per una giornata questi stessi centri organizzando manifestazioni interreligiose e interculturali, nel corso delle quali esprimere e manifestare una vibrata e davvero pubblica protesta? Perché non rendere note all’opinione pubblica le condanne dei vari imam, magari in lingua italiana?

Uscire allo scoperto consentirebbe di cancellare definitivamente ambiguità e dubbi che continuano a serpeggiare nella mia comunità. Perché tanti, caro Tanji, sono portati a pensare che dietro alle condanne dei portavoce, dei rappresentanti o dei responsabili delle comunità islamiche, si nasconda una foresta che cresce che ancora non si esprime e non si sa come esattamente valuti un fenomeno terroristico che sta insanguinando l’Europa e seminando tante vittime. (Luca Zaia)

 


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