DI MATTIA NICOLO’ SCAVO
Cari Concittadini
Cari Elettori
Cari Amici
È prioritario un doveroso ringraziamento a voi tutti per il sostegno, la vicinanza e l’apprezzamento che in numerosissimi mi avete dimostrato e continuate a manifestare. Non c’è miglior indice di gradimento e stima. Grazie di cuore.
È dunque anche per rispetto nei Vostri confronti che devo osservare criticamente quanto segue.
L’avvicendarsi di affermazioni confuse, opposte e contraddittorie che continuano ad emergere nella carta stampata e nei vari social, riportate anche in virgolettato, appalesano in modo incontrovertibile la volontaria e precostituita strumentalizzazione di una vicenda ordita per assecondare torbidi sentimenti di rivalsa e interessi privati e che invece deve (e doveva sin dal principio essere) registrata come un banale equivoco dal quale, infatti, ora tutti sembrano voler dimostrare di prendere a tutti i costi le distanze.
Le dichiarazioni rese da Leonardo Barbisan tali per cui egli intenderebbe difendermi fino alla morte e che non fosse a conoscenza del contenuto delle diffamanti notizie sul mio conto suscitano perplessità anche perché non corrispondono in alcun modo al vero; semmai è vero l’esatto contrario avendo egli puntato sin da subito il dito contro di me spingendomi a rassegnare le dimissioni in sede di ultima riunione di Maggioranza del 6.3.25 (sono certo che Leonardo lo ricorderà).
Il fatto che ora proprio Leonardo sia in lizza e scalpiti per ottenere le deleghe a me revocate deve fare riflettere.
Un fuor d’opera sono anche le dichiarazioni del consigliere regionale Fabiano Barbisan che da un lato dice di aver caldeggiato il mio nome tanto che viene ritenuto mio padre politico, dall’altro mi ritiene un fallimento personale, il tutto naturalmente dimenticandosi della strenua difesa che apprestai per lui nell’ormai celebre caso delle dichiarazioni rese a “Focus” e che gli costarono l’espulsione dal Partito.
Voglio specificare che in occasione del decreto di revoca emesso nel trambusto e nel turbinio ingenerati dalle false accuse di ladrocinio il sindaco Luigi Toffolo mi prospettò tre strade alternative:
I) le dimissioni volontarie;
II) la mozione di sfiducia in Consiglio Comunale;
III) la revoca.
Ritenendomi completamente estraneo ai fatti e persona offesa e danneggiata dal reato di diffamazione scelsi la via della mozione di sfiducia di modo che tutti quanti si assumessero pubblicamente le responsabilità delle proprie decisioni.
Il Sindaco, tuttavia, fu categorico nel negarmi la possibilità da lui stesso rappresentata, dicendomi chiaramente che non poteva permettere che la vicenda giungesse all’attenzione del Consiglio.
Lascio a Voi tutti la valutazione, anche politica, di un contegno nel complesso ben distante dalle garanzie e dai valori che caratterizzano gli ordinamenti democratici e che, ritenevo, costituissero la spina dorsale del Partito che rappresento e del Centrodestra in generale.
Portogruaro 15.3.2025
Mattia Nicolò Scavo
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