1 Maggio 2014
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MEDICI SOTTO ACCUSA :
IL CASO SI "SGONFIA" ?
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Il fenomeno esiste, ma possiamo considerarlo "fisiologico", una pecora nera esiste dappertutto, nel Parlamento poi, interi greggi, e allora non facciamo di tutta un'erba un fascio, per usare un detto comune, e visto l'argomento, non fasciamoci la testa prima che sia rotta...
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A leggere i Giornali, dei primi 20 Medici pesantemente accusati, si è poi parlato di 39 indagati su 150 che lavorano per l'ULSS 10, di cui solo uno gravemente indiziato, pertanto il caso si sgonfia, quasi come una "gravidanza isterica", visto il tema, ma in ogni caso è emersa una procedura burocratica "fuori dal tempo" e quella di controllo "ridicola", bisognerà metterci subito mano...
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Adesso l'Ordine dei Medici fa le sue uscite "riparatrici" come l'ULSS 10, se qualcuno ha sbagliato pagherà, dicono, quello che mi preoccupa è quel piccolo "se", si parla addirittura di Radiazione dall'Albo (?!), che definirei spropositato e assurdo per come "lavora" il nostro sistema giudiziario e di casta, più credibile il DG Carlo Bramezza con una richiesta danni risarcitoria...
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Non dimentichiamoci che si tratta di un danno di "soli" 50mila euro, quantificato nell'arco di 6 anni, 2007 2013, dunque una goccia nel mare a confronto di tanti spechi e tangenti varie emerse nello stesso periodo, come sempre si guarda dove si vuole e quando si vuole, anche qui servono "DIAGNOSI" più veloci e precise, senza mischiare cartelle cliniche e preannunciare tumori inesistenti... in senso metaforico ovviamente!
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G.B.
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PS.
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Quel Medico che ha "collezionato" 1300 visite fasulle su 1800 totali,
si potrebbe sapere almeno se è di San Donà o Portogruaro?
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Qualcosa di buono si fa: "Vacanze in Salute" sul litorale,
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Medico da record,
trenta visite al giorno
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È la contestazione a uno dei 39 professionisti sotto inchiesta
Segnalazione alla Corte dei Conti per danno erariale
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di Giovanni Cagnassi
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SAN DONÀ Segnalazione alla Corte dei Conti per danno erariale e addirittura due richieste di arresto per altrettanti medici accusati di truffa aggravata, comunque non accolte dalla Procura.
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La Guardia di finanza di San Donà in un anno di indagini sulle visite domiciliari dei medici di base ha scoperto di tutto tra San Donà, Portogruaro e il litorale. Visite che venivano segnate in apposite cartelle dei medici e poi all'Azienda sanitaria locale numero 10, notificate per i compensi, ma mai eseguite.
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In particolare, dalle risultanze investigative, uno dei medici, per i quali i finanzieri avevano chiesto la misura cautelare, aveva eseguito 1300 delle 1800 visite contestate, con un danno di circa 38 mila euro al sistema sanitario nazionale dei 53 mila complessivi.
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Per questo scatterà anche la segnalazione alla Procura presso la Corte dei Conti per il danno erariale e di immagine all'azienda sanitaria Asl 10 del Veneto orientale. Sempre uno dei medici, in tutto 39 quelli coinvolti nell'inchiesta dei 150 medici di base del Veneto Orientale, avrebbe svolto "ipotetiche" 30 visite domiciliari in una sola giornata. Un record davvero da Guinness dei primati.
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Le corpose indagini della Finanza hanno svelato un sistema che ha messo in imbarazzo anche i vertici dell'Asl e tutto l'ambiente dei medici. Dai controlli incrociati sono risultate visite a persone che in realtà erano già decedute, altri già ricoverati in ospedale, che pertanto non necessitavano di visite ulteriori a casa.
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Un quadro a tinte fosche che spinge a chiedersi quali fossero i controlli per evitare queste degenerazioni del sistema.
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Per i medici di base sono previsti infatti due generi di viste e assistenza: la ADP, Assistenza Domiciliare Programmata, per la quale i medici percepiscono circa 20 euro, e la ADI, Assistenza Domiciliare Integrata, per i casi più gravi, che prevedono un compenso di 25 euro circa.
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In molti casi i pazienti neppure sapevano di essere stati selezionati, in virtù dei loro problemi di salute molto gravi, per queste visite direttamente nelle loro abitazioni. Erano talmente grati ai medici da fare loro dei piccoli regali per sdebitarsi. I finanzieri hanno scoperto questi risvolti con la massima cautela, incrociando i dati raccolti presso gli ambulatori medici, sentendo direttamente i pazienti nelle loro case in merite alle visite.
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I medici di base nel Veneto Orientale sono in tutto 150 e sono 9000 le assistenze selezionate dalla commissione dell'Asl direttamente a casa dei pazienti. Un sistema che la Guardia di finanza ha analizzato sotto la lente di ingrandimento.
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Il fatto più grave è che dopo l'avvio della inchiesta e le informative alla Procura, alcuni medici hanno continuato ugualmente a notificare e farsi pagare dall’Asl, cioè dal Servizio Sanitario nazionale, le visite inesistenti, incuranti delle indagini ormai in corso. Un danno alla comunità che ha fatto scattare l’accusa di truffa ai danno dello Stato.
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(Fonte: La Nuova Venezia - 01.05.2014)
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Le reazioni dei Colleghi
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«Se colpevoli devono pagare ma il Servizio è importante»
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SAN DONÀ «Non dobbiamo gettare fango sul sistema dell'assistenza domiciliare, ma chi ha commesso gravi infrazioni dovrà pagare anche con la radiazione».
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Il Sindacato dei Medici di medicina generale, Fimmg, con il segretario Malek Mediati, ricorda che questo istituto è davvero molto importante per i pazienti e con costi molto bassi per la Sanità. «Direi costi irrilevanti», precisa il dottor Mediati, «a fronte di un servizio importante per i pazienti che possono ad esempio evitare di essere ricoverati in Ospedale e restare a casa comodamente per essere sottoposti alle visite dei medici.
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«Sappiamo delle indagini della Guardia di finanza e confidiamo che in una buona parte dei casi si tratterà di errori burocratici nelle tracrizioni sulle cartelle e le notifiche all'Asl 10», sostiene il dottor Mediati, «In caso contrario, sarebbe molto grave e verranno assunte misure severe a livello di ordine dei medici oltre che di sindacato chiamati a intervenire in merito.
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Verrranno attivati procedimenti disciplinari e, se i casi risultassero così gravi, è possibile si arrivi alle radiazioni dall'albo».
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I medici entrati nel ciclone dell’inchiesta potrebbero in ogni caso, sulla base di una segnalazione alla Corte dei Conti, essere chiamati a rispondere di tasca loro per il danno erariale e di immagine all'azienda sanitaria, cioè al Sservizio sanitario nazionale, cioè allo Stato, cioè a noi. (g.ca.)
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(Fonte: La Nuova Venezia - 01.05.2014)
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Truffa dei medici,
gli indagati sono 39
Si allarga l’inchiesta avviata dalla Procura
per 1.800 false visite domiciliari
costate 53 mila euro allo Stato
di Giovanni Cagnassi
SAN DONÀ Sono 39 i medici di base dell'Asl 10 indagati dalla Procura della Repubblica per truffa ai danni dello Stato. Nei confronti di 5 di loro il Pubblico Ministero Stefano Ancillotto ha già chiuso le indagini e loro stessi hanno chiesto di essere interrogati, come vogliono fare in futuro i restanti colleghi. Successivamente il pubblico ministero deciderà se chiedere o meno al giudice per le indagini preliminari, il rinvio a giudizio.
L'indagine della Procura, sulla base degli atti raccolti dalla Guardia di finanza, prosegue adesso per gli altri 34 medici tra San Donà, la maggior parte, Portogruaro e il litorale, coinvolti nelle visite domiciliari programmate e, a quanto risulta, mai eseguite. Un’indagine che ha preso in esame una serie di visite svolte tra il 2007 e il 2013. Gli investigatori delle fiamme gialle hanno esaminato i referti di 1.800 visite domiciliari, con i relativi report inviati all’Asl di riferimento.
Una truffa che sarebbe ora quantificata in circa 53mila euro.
I medici, dunque, non avrebbero eseguito materialmente le visite mediche a domicilio dei pazienti, ma si sarebbero limitati magari a una telefonata. Oppure quelle visite, pur segnandole nella loro cartella per ottenere il rimborso con una nota all'azienda sanitaria, non le avrebbero proprio eseguite.
Questo risulta dalla indagini della Guardia di finanza sandonatese che da circa un anno sta effettuando controlli incrociati sulle visite mediche. I militari delle fiamme gialle hanno esaminato alla lente di ingrandimento cartelle personali e note all'Asl 10 dei medici. Si tratta di visite che vengono normalmente programmate sulla base delle valutazioni di una commissione specifica che seleziona pazienti con particolari disagi, problemi di deambulazione e salute che consentono di avere il benefecio delle visite direttamente a casa. Per ogni vista il medico percepisce 25 euro. Ci sono medici che ne eseguivano fino a una settantina ogni mese.
Il Direttore generale dell'Asl 10, il dottor Carlo Bramezza, era informato delle indagini iniziate circa un anno fa. «Abbiamo collaborato come sempre con la Procura», dice, «ed è bene sia fatta chiarezza su questa vicenda che coinvolge i medici di base della nostra azienda. Spetterà poi alla magistratura decidere se ci siano state o meno irregolarità o altre violazioni di carattere penale. Resta il fatto che se saranno accertate, l'Asl si costituirà parte civile per il risarcimento del danno subìto».
Nei giorni scorsi la tensione è salita tra i medici di base della città anche perchè le indagini sono in corso da mesi e la finanza ha fatto visita nei vari ambulatori coinvolti per prelevare gli atti necessari ai fini dell'inchiesta. L’attenzione degli investigatori si è concentrata in particolare su un medico che avrebbe erseguito 1.300 delle 1.800 visite contestate, con un danno per il Sistema sanitario nazionale di circa 38.mila euro sui 53 mila accertati totali
(Fonte: La Nuova Venezia - 30.04.2014)
"Siamo pronti a prendere provvedimenti"
Il Presidente dell'Ordine Provinciale dei Medici:
attendiamo la trasmissione degli Atti della Procura
VENEZIA
«Siamo in attesa di tutti gli esiti delle indagini, ma certo sappiamo che sono tanti i medici coinvolti». Il presidente dell'ordine dei medici di Venezia, il dottor Maurizio Scassola, stenta a credere che tutti e 39 i medici indagati dalla Procura possano aver commesso una truffa di così grandi proporzioni.
La truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, quindi dello Stato, è un'accusa molto grave, soprattutto quando riguarda la sanità e quindi persone che necessitano di cure.
«Noi abbiamo sempre collaborato con la Procura», precisa Scassola, «e lo faremo ancora. Certo, in questa delicata fase delle indagini ancora in corso attendiamo qualcosa di concreto prima di esprimerci. Siamo propensi a ritenere al momento, almeno nella maggior parte dei casi, che si tratti di irregolarità nei riepiloghi amministrativi effettuati dai medici. Solo a chiusura definitiva dell'inchiesta si potrà capire se erano errori formali o sostanziali».
«Adesso«, conclude il presidente dell'ordine dei medici di Venezia, «attendiamo gli atti per capire e successivamente, quando tutto sarà chiaro, potranno essere presi in considerazione dei procedimenti disciplinari ai danni dei medici ritenuti colpevoli».
I medici che effettuavano le visite dovevano segnarle nelle loro cartelle personali e poi notificarle all'Asl 10 per i rimborsi. È anche possibile che siano stati commessi degli errori, ad esempio nelle date trascritte che poi hanno evidenziato delle incongruenze anche gravi.
Il sistema di registrazione è abbastanza semplice, ma non così preciso dal punto di vista formale, pertanto le trascrizioni potevano essere modificate, per errore oppure volontariamente per altri scopi. Ma la guardia di finanza ha infilato il naso nei registri e scoperto le presunte irregolarità. (g.ca.)
(Fonte: La Nuova Venezia - 30.04.2014)
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