25 Giugno 2015
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IL SUICIDIO DI EGIDIO MASCHIO
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Del gruppo Maschio Gaspardo ho scritto più volte da quando ne avevo anticipato l'insediamento a Portogruaro, avvenuto poi il 24 settembre 2013, alla presenza dell'allora Ministro Flavio Zanonato, e a fondo pagina tovate i link di riferimento...
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Del suicidio di Egidio Maschio e sulle probabili motivazioni di questo suo estremo gesto, ho letto diverse cose in rete, e qui vi riporto alcuni commenti che più si avvicinano al mio pensiero, il discorso del Fatturato c'entra fino ad un certo punto, e chi lo siega sembra conoscere molto bene la realtà del gruppo Maschio Gaspardo.
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PS.
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Maschio Gaspardo, Bilncio 2013 e Previsioni 2014 - 2018 (clicca qui)
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G.B.
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COMMENTI TRATTI DAL GAZZETTINO.IT
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thyco72
Gioved 25 Giugno, 09:46
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Ieri era il 24 giugno. Egidio Maschio si è suicidato ad un anno esatto dall’incontro organizzato da MedioCredito per far conoscere gli imprenditori che sono riusciti a trovare risposte in tempo di crisi. In quell’occasione aveva detto: “Un vero imprenditore deve essere un po’ indebitato, perché un debito lo fai quando davvero credi nella tua attività”.
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Poche settimane fa era arrivato il nuovo CFO, uno con due maroni giganti, che in Gruppo Carraro è stato per più di dieci anni, Paolo Bettin… praticamente ceduto dal “Patron” Mario Carraro in prestito. Tra Egidio Maschio e Mario Carraro c’è sempre stato un legame forte perché i primi passi al lavoro Egidio li aveva fatti proprio sotto le sgrinfie di Mario.
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Altro mega manager preparato fresco fresco di nomina è Massimo Bordi che di strada ne ha fatta tanta in aziende prese per le orecchie (penso a MV Agusta), entrato come nuovo amministratore delegato.
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Arrivati entrambi ai primi di giugno 2015, aprono i cassetti della GASPARDO per capirne un po’ di più.
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Una rivoluzione la delega della gestione del timone dell’azienda in una realtà così padronale. La forza ed il limite dell’azienda sono tutte lì: l’accentramento, le difficoltà a creare una vera piramide di comando aziendale, il ricambio generazionale, la visione in mano ai soli due fratelli… insomma la quasi normalità di tante grandi aziende del nordest.
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Un fatturato 2013 chiuso attorno ai 282 milioni di euro e poco piu’ di 24 milioni di utile pre tasse…
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Nel 2014 il fatturato arriva a 324 milioni grazie all’aggregazione di fatturato delle acquisizioni fatte ma l’utile è sceso in zona rossa, per la prima volta dopo tanti anni. Nel frattempo la corsa alle acquisizioni ha esposto l’azienda per piu’ di 250 milioni con le banche. Rimangono le ambizioni di borsa con 600 milioni di euro per il 2018. Ma le banche vogliono rientrare e vogliono una governance di manager.
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Matematica e finanza non sono il mio forte ma l’esposizione è evidente che sia pesante e acquisire aziende significa anche dover investire per rilanciarle oltre che spendere soldi per ripulirle ed ottimizzarle.
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Sangue e dolore. Sangue e sacrifici.
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Forse anche la “golosità” di crescita ha fatto la sua parte nell’esposizione finanziaria, chissà.
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Le banche richiedevano la rimodulazione dell’esposizione, nulla di così grave da spingere ad un gesto così estremo, non un personaggio come Egidio Maschio con la sua MASCHIO GASPARDO.
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So per certa una cosa invece, che mi era rimasta fortemente radicata su questa realtà che ha avvicinato la mia vita nel 2013 ed è il problema di tante aziende padronali venete.
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A dirla il direttore delle risorse umane allora: ” finché faticheremo a promuovere i più meritevoli a dirigenti perché "qui c'è uno solo che comanda" e premieremo economicamente non il merito ma chi farà tardi la sera in azienda ne beneficeranno i nostri concorrenti”.
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La forza e il limite dell’uomo.
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Capace di dar da mangiare e dare futuro a migliaia di dipendenti ma ascoltare solo se stesso. Mi spiace che Egidio si sia suicidato piuttosto che farsi da parte un po’ prima o lasciare spazio anche ad altri.
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Se dobbiamo morire, la nostra vita non ha senso perché i suoi problemi non ottengono alcuna soluzione e perché il significato stesso dei problemi resta indeterminato.
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Il suicidio è un'assurdità che fa sprofondare la propria vita nell'assurdo.
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Egidio però riesco a capirlo in fondo anche nel suo assurdo.
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Non si è suicidato per i debiti ne per la nuova salita da affrontare a settantanni passati. Si è sucidato per l’orgoglio di non voler perdere la propria identità, si è suicidato per morire ancora da Paron.
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E mi spiace che la stampa locale che questo territorio e questo tipo di aziende le conosce bene, non abbia il coraggio di dirlo e si nasconda dietro il dito della crisi e delle difficoltà.
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thyco72
Gioved 25 Giugno, 13:44
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Charlie, non proprio. la questione è che il fatturato 2014 era composto da aziende acquisite che rilanciate e con strategia corretta potevano farsi spalle piu' ampie con fatturati migliori.
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Si tratta di trovare sinergie, aperture (ai brand/prodotti acquisiti) di mercati in cui MASCHIOGASPARDO e' già presente.
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Stessa cosa dicasi del piano di approdo alla borsa (sebbene creda poco a questa soluzione). Lavorare bene in quello che è un'area decisamente carente in maschiogaspardo che è il marketing (non di prodotto) ma marketing strategico e operativo (tanto carente). Un'azienda che ancora fortemente crede giusto alle fiere di settore e con poca ossatura in comunicazione. Le leve di rientro credo ci siano...
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hyco72
Gioved 25 Giugno, 13:53
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Il mercato comanda, è vero, ma il mercato va anche anticipato e compreso. Forum Ambrosetti/Zust a trento, festival dell'economia. tanti anni fa. tema: il ricambio generazionale delle aziende del nordest.
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Non so quanti avessero o abbiano seguito quell'evento ma in maniera molto chiara emergeva (dieci anni fa) quello che è lo strisciante problema che oggi vivono in maniera piena le aziende del nordest.
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Generazioni di imprenditori che hanno avuto l'idea quando bastava quella e che oggi faticano a passare il timone, e quando lo passano fanno cacao... non basta un post per spiegarlo. il 63% delle imprese che superano il passaggio generazionale non va oltre il quinto anno. Certo, Aprilia, Panto, Doimo, Fracasso, Grimeca, Metalba, GGP?, ... I settori tradizionali stanno deflagrando e alla base delle crisi nelle nostre imprese venete c’è un problema culturale, l’incapacità di affrontare un mondo che è cambiato.
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C'è sempre un mercato che tira, chi si salva e' perchè sa trovarlo e cavalcarlo. e non sono belle parole.
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(Fonte: Gazzettino.it)
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