NOTA - Ecco un "caso" che farà discutere, un Esposto (clicca qui) per presunta violazione delle normative di legge riguardanti il divieto di fumo e l'antincendio, in quanto facenti parte dello Spettacolo teatrale in scena, può sembrare un eccesso questa denuncia a tutela della Salute, ma per la spettatrice in sala Ilaria Giraldo, che di professione fa l'avvocato, pare proprio di no...
AGGIORNAMENTO
Anche la stampa locale ha dato spazio a questa notizia... (clicca 1 e 2)
G.B.
AL PREFETTO DI VENEZIA
PEC gabinetto.prefve@pec.interno.it
AL QUESTORE DI VENEZIA
PEC gab.quest.ve@pecps.poliziadistato.it
AL SINDACO DELLA CITTA' DI PORTOGRUARO
PEC comune.portogruaro.ve@pecveneto.it
AL GRUPPO PORTOGRUARO COMPAGNIA PORTOGRUARO
GUARDIA DI FINANZA
PEC ve1550000p@pec.gdf.it
AL COMANDO COMPAGNIA CARABINIERI PORTOGRUARO
PEC tve25578@pec.carabinieri.it
AL COMMISSARIATO POLIZIA DI STATO DI PORTOGRUARO
PEC comm.portogruaro.ve@pecps.poliziadistato.it
Alla POLIZIA LOCALE PORTOGRUARESE
MAIL polizia.locale@comune.portogruaro.ve.it
Alla FONDAZIONE MUSICALE SANTA CECILIA
TEATRO COMUNALE LUIGI RUSSOLO
PEC fondazionemusicalesantacecilia@pec.it
Portogruaro, 17 dicembre 2019
Ns. rif.: (AP __/___) Esposto—Teatro Comunale Luigi Russolo—Spettacolo del 12 dicembre 2019 “Un tram che si chiama desiderio”
[Corrispondenza da inviare allo Studio di PORTOGRUARO (VE)]
Vs. rif.:
Io sottoscritta Ilaria Giraldo, nata a Padova il 20.06.1972 e residente in 30026 Portogruaro (VE) alla via Cavour n. 32/b (C.F. GRLLRI72H60G224Y) formulo il presente
ESPOSTO
rappresentando quanto segue.
La sera del 12 dicembre 2019 mi trovavo in platea al Teatro Russolo di Portogruaro (VE), essendo abbonata alla stagione teatrale, per assistere allo spettacolo “Un tram che si chiama desiderio”, in cartellone nella rassegna di Prosa.
Orbene, per l’intera durata della pièce gli attori hanno continuato a fumare sul palcoscenico rendendo l’aria in sala assolutamente irrespirabile: due ore e mezza di tormento, senza intervallo, in cui non ho potuto fare altro che tossire e deglutire per il bruciore alla gola, e lacrimare per il bruciore agli occhi. Inutile dire che mi sono innervosita fino all’esasperazione, e la serata lieta e appagante, per godere della quale sostengo un costo, mi è stata negata.
Non sono fumatrice e ritengo di avere il pieno diritto e la piena libertà di scegliere se subire o meno fumo passivo, che non solo è sgradevole ma è risaputamente cancerogeno. Come noto, l’art. 51 della Legge 16 gennaio 2003, n. 3 rubricato “Tutela della salute dei non fumatori” definisce le misure che servono a eliminare l’esposizione al fumo passivo nei luoghi di lavoro e locali pubblici chiusi. La Legge ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, pubblici e privati, stabilendo il principio che non fumare, nei locali chiusi, è la regola. Fumare, nei locali chiusi, è l’eccezione: oltre che nelle residenze private, si può fumare unicamente in locali riservati ai fumatori. Questi ultimi devono essere dotati di impianti per la ventilazione ed il ricambio di aria, regolarmente funzionanti, aventi le caratteristiche tecniche fissate con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 dicembre 2003. Non mi risulta prevista una deroga al divieto di fumo nei teatri. E non è la prima volta che al Teatro Russolo gli attori fumano in scena. È successo, per esempio, durante la scorsa stagione di prosa, in occasione dello spettacolo “Dieci piccoli indiani, e poi non rimase nessuno”. Ma non soltanto.
La tolleranza ha un limite. Escludo possa attribuirsi un qualche particolare valore artistico al fumo durante le rappresentazioni teatrali, valore che in ogni caso non potrebbe mai mai essere tale da comprimere legittimamente il diritto alla salute degli spettatori e la loro libertà di autodeterminazione, vieppiù non potendosi escludere -essendo una manifestazione teatrale destinata alla cittadinanza, senza limitazioni- che in sala siano di volta in volta presenti minori e soggetti protetti in genere (donne in stato di gravidanza, pazienti asmatici, o altri soggetti a cui vada riservata particolare tutela sanitaria).
Segnalo, altresì, che durante la rappresentazione sono state accese delle candele sul palcoscenico: nonostante la presenza di fuoco libero non ho visto in sala un vigile del fuoco, come mi risulta prescriva la normativa vigente.
Ferma la violazione di legge, in considerazione del fatto che ritengo sia stato violato in misura grave il mio diritto alla salute, quello alla mia sicurezza personale nonché quello alla mia autodeterminazione, risolvendosi un tanto in un danno, formulo istanza affinché le Autorità destinatarie della presente vogliano effettuare ogni verifica del caso e assumere i necessari provvedimenti, di carattere sanzionatorio e altresì di carattere preventivo affinché quanto ut supra descritto non abbia più a ripetersi in futuro.
Riservata ogni tutela risarcitoria nelle competenti sedi.
Distinti saluti.
Avv. Ilaria Giraldo
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