(Come blogger ho avuto modo di conoscere e incontrare molte volte "Toni" nelle sua veste di giornalista del settimanale diocesano Il Popolo, ma lui era molto di più.. G.B.)
IN RICORDO DI ANTONIO MARTIN…
Annone Veneto, 17 febbraio 2023
Per l’ultimo saluto ad Antonio Martin, da tutti coloro che lo conoscevano semplicemente “Toni”, la vecchia chiesa della parrocchiale San Vitale di Annone Veneto non è riuscita a contenere tutti i partecipanti, faceva molto freddo al suo interno, ma Don Andrea Ruzzene che ha celebrato il funerale e anche cognato di Martin, ha sottolineato come fosse riscaldata dal tanto affetto dei presenti, ringraziandoli per i tanti messaggi di vicinanza ricevuti, a fianco di don Andrea c’era don Orioldo Marson, ex rettore del “Marconi” di Portogruaro, già vicario generale della diocesi di Concordia Pordenone, che ha voluto assolutamente esserci.
Presenti anche molte figure istituzionali del portogruarese, ad iniziare da Gianluca Falcomer, sindaco di Cinto Caomaggiore e presidente della Conferenza dei Sindaci, poi ho visto gli ex sindaci Antonio Bertoncello (Portogruaro), Paolo Anastasia (Fossalta di Portogruaro), Leopoldo Demo (Pramaggiore), i consiglieri comunali di Portogruaro Marco Terenzi, Andrea Vindigni, Renato Stival, gli ex Vittoria Pizzolitto, Alessio Alessandrini (presidente UTE), poi alcuni esponenti dell’amministrazione comunale di Annone, come i consiglieri di minoranza Ada Toffolon (pure ex sindaco) e Andrea De Carlo, per la maggioranza l’assessore Renato Bianco e tanti altri ancora…
"Toni" Martin ha rivestito anche un ruolo politico (DC) in passato, già assessore e consigliere comunale a Portogruaro, mentre sua moglie Amalia Ruzzene, è stata pure candidata sindaco e assessore ad Annone, per questo ho voluto fare un piccolo elenco di figure politiche amministrative che hanno voluto rendergli omaggio, Don Andrea nella sua omelia ha contraddistinto Antonio Martin non tre parole chiave nel suo agire, la carità, lo scrivere e la fedeltà, richiamando alcuni passaggi del Vangelo, ma io qui di seguito vi riporto gli interventi post-omelia di due suoi carissimi amici, Ada e Alessio, che descrivono “Toni” come meglio non si può…
Ada Toffolon:
“Per parlare di Toni Martin sarebbero sufficienti, anche se non esaurienti, le tante attestazioni di questi giorni che lo ricordano per i molti e diversi ruoli che ha rivestito: insegnante, preside (e fa piacere che ci sia qui oggi il labaro della Scuola Media E.Mattei di Annone, l'ultima di cui è stato preside, con una sua rappresentanza), amministratore pubblico e, infine, giornalista del settimanale diocesano Il Popolo.
Che spaziava dai piccoli e grandi fatti locali alle complesse tematiche che riguardavano il Veneto orientale. Ponendosi come una voce autorevole, documentata e in grado di farsi comprendere da chiunque.
Perchè alle spalle aveva una grande cultura e una predisposizione alla didattica che era emersa precocemente quando, studente universitario, con il gruppo di Portogruaro preparava giovani adulti lavoratori all'esame di terza media.
Aveva studiato al Marconi, Liceo Classico, e poi si era laureato in Filosofia, e attraverso i libri, gli incontri, le esperienze si era costruito un bagaglio di cultura e di conoscenze che volentieri condivideva, senza però mai esibirle.
Semplice senza semplificazioni.
Capace di mettere umilmente al servizio degli altri i talenti che aveva avuto in consegna.
E anche se oggi siamo tristi per la sua perdita, sentiamo di dovere un grazie a Toni, per quanto ha dato ai suoi cari, alla famiglia, alla scuola e alla comunità intera.
Grazie Antonio!
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Alessio Alessandrini:
“Il professor Antonio era per tutti semplicemente Toni Martin. E basterebbe questo per mettere in luce la sua caratteristica essenziale. Che era l’umiltà. Toni ha ricoperto diversi ruoli di prestigio, nella vita professionale e in quella politica, ma non lo ha fatto mai pesare a nessuno. In lui non c’era la smania di primeggiare ma la volontà di rendersi utile, di aiutare, di collaborare. Metteva a disposizione degli altri le sue innegabilmente superiori capacità intellettuali.
Ricordo gli anni della nostra infanzia e giovinezza a Summaga. Il nostro gruppo in parrocchia, prima con don Natale Quattrin e poi con don Umberto Fabris: alcuni non ci sono più come Flavio Tesolin, Nini Segatto, e poi altri che oggi sono probabilmente qui in chiesa con noi come Gian Paolo Simonatto, Lina Milan, Giorgio Drigo, Giorgio Bonvicini, Claudio Boccalon, Flavio Arreghini e tanti altri.
Di noi tutti Toni era il più intelligente, tutti lo riconoscevamo senza discussione. La sua memoria e la sua cultura erano tra noi quasi proverbiali. A Summaga dire Toni Martin era come dire Pico della Mirandola.
Poi ci siamo ritrovati nell’avventura politica, nella Democrazia Cristiana. Erano a Portogruaro gli anni del sindaco Aldo Maganza che ci aveva invitati, noi che venivamo dalla campagna, a impegnarci nell’amministrazione comunale.
Ed anche qui Toni assunse ruoli di responsabilità ma davvero con spirito di servizio, anche se questa espressione è ormai desueta. Non c’è mai stato in lui quel sentimento di competizione personale che invece è così evidente e comune in molti di coloro che operano in politica.
E’ stato il mio preside alla scuola media di Concordia Sagittaria. Ricordo la sua umanità e il suo buon senso nel trattare con i colleghi ma soprattutto con i ragazzi. Non si dimenticava le sue origini paesane e lo dimostrava nella comprensione di comportamenti e rendimenti scolastici qualche volta non soddisfacenti, da parte di alunni provenienti da situazioni sociali svantaggiate.
Le sue passioni nel privato erano semplici e sane. La montagna in particolare. Le scalate con altri amici che non ci sono più: da Bepi Pupulin a don Primo Paties. E l’allegria di quegli incontri illuminati anche dalla sua brillante ironia, che sapeva cogliere gli aspetti umoristici delle situazioni.
Concludo con un auspicio: Toni, l’amico Toni, ma cominciamo a ricordarlo anche come il professor Antonio Martin, era una persona per suo merito e sua scelta “modesta”, ma quella che lascia non è una “modesta” memoria, ma un patrimonio e una eredità di valori e insegnamenti preziosi, che non vanno dispersi.
Non so ancora in quali forme ma bisognerà istituire qualcosa che valorizzi la sua testimonianza di vita. “Non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma – come dice il Vangelo - si deve metterla in alto, sul candeliere, perchè faccia luce a tutta la casa”.
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