TRAGEDIA DI PORTOGRUARO
ALTIN, GIULIA, EGLI.
Troppe le morti sulla strada
Spesso il mito ingannevole
della "macchina veloce"
porta via giovani vite...
Rimane solo il dolore
straziante e inconsolabile
dei familiari e degli amici
Chi guida pericoloso
va fermato subito...
Buona la proposta
di installare
una "scatola nera"
Tre giovani ragazzi, Altin Hoti di 22 anni, Giulia Di Tillio di 21 anni e Egli Gjeci di 20 anni, sono morti a Portogruaro perché l’auto in cui viaggiavano, causa l’altissima velocità, è uscita di strada sfondando il guardrail a ridosso del ponte sul fiume Reghena (clicca qui) in Borgo Sant’Agnese, travolgendo una cancellata e un albero per poi inabissarsi nelle profonde acque sottostanti, purtroppo senza più riemergere se non estratti senza vita dall'intervento dei Vigili del fuoco.
In Italia gli incidenti stradali continuano a essere la prima causa di morte dei giovani nella fascia d’età tra i 15 e i 29 anni, c’era stata una diminuzione causa Covid, a seguito di tutte le restrizioni che ne erano seguite, ma rimane comunque il triste primato, tante le cause di queste stragi, come spesso vengono definite, distrazione e alta velocità sono le più frequenti, ma sappiamo bene che anche alcol e droga sono componenti non estranei in questi contesti, spesso sottovalutati nella loro assunzione, e gli esiti poi sono quelli che vediamo nei telegiornali o leggiamo nei giornali, e nulla sembra poter fermare questa triste realtà che tanto inconsolabile dolore lascia soprattutto nelle famiglie di questi giovani.
Anche nella “strage dell’Immacolata” qui a Portogruaro, avvenuta alle tre di mattina di venerdì 8 dicembre, la velocità è la prima indiziata, altissima velocità, si parla di oltre 150 chilometri orari dove vige il limite di 50 essendo in centro urbano, la macchina proveniva da Viale Venezia, un lungo rettilineo che invita a correre, specialmente di notte, ma che termina con una curva per immettersi e transitare sul ponte, già tantissimi anni fa, poco dopo la sua ricostruzione, vi morì una ragazza con una dinamica quasi uguale, io l’ho vista, la sua macchina non si inabissò ma il violento impatto le fu fatale, pertanto la pericolosità era nota, infatti furono installati dei nuovi guardrail più idonei, non sufficienti però a fermare la folle corsa della Bmw serie 5 di Altin, che aveva a fianco la fidanzata Giulia e dietro l’amico Egli, che non hanno avuto scampo.
Quello che ne è seguito lo potete ben immaginare, pellegrinaggio degli amici sul luogo dell’incidente e lo straziante dolore per le tre famiglie che hanno perso i loro figli, sui social ci sono stati dei post dei soliti “imbecilli” che si ergono a giudici infallibili e postano le loro sentenze con parole inaccettabili e irripetibili, offese gratuite e pure razziste, anche nella mia pagina FB, invece che avere rispetto davanti alla morte di tre giovani ragazzi, qualcuno ha sperato fosse un errore la faccina sorridente postata, a cui ho risposto: “NESSUN ERRORE... c'è gente che pensa sia giusto deridere chi muore perchè non ha rispettato le normative di legge.. ma io dico che non si dovrebbe mai ridere per la morte di nessuno, non ha importanza in quale modo sia avvenuta, è sempre un momento in cui bisogna avere rispetto della persona, anche se ha sbagliato... sbaglio pagato con la vita e che dovrebbe risvegliare la pietà umana e non sentimenti contrari.”
Mentre a chi aveva accusate le famiglie ho risposto: “Le Famiglie fanno quello che possono... conosco il padre di Giulia, e ti assicuro che è persona colta, intelligente e protettiva (*)... purtroppo viviamo in una società e in tempi dove tutto si brucia velocemente, a volte senza tappe intermedie per maturare esperienza e saggezza... e la gioventù non la fermi nemmeno legandola a una sedia... parliamo piuttosto di cultura stradale e consapevolezza dei rischi e pericoli, non solo per se stessi, ma anche verso gli altri... che va pari passo con la cultura del rispetto del prossimo, della donna, del diverso... pertanto bisogna supportare le Famiglie... servono politiche adeguate e una scuola che funzioni meglio di quella attuale.”
Comunque sono stati solo due o tre coloro che hanno sputato veleno nella mia bacheca, post che non ho tolto per dare modo ai lettori di fare le loro riflessioni e azioni, ognuno è responsabile di quel che scrive, spero si ravvedano e tolgano i loro commenti, forse pure querelabili per diffamazione, non una bella cosa davvero, mi chiedo come si possa essere così cinici e crudeli, ma nella vita tutto torna indietro ha scritto qualcuno, io non voglio augurare il male a nessuno, ma c’è un limite a tutto.
Su Altin, che ha perso il fratello Admir (19 anni) solo qualche mese fa sulla tangenziale di Portogruaro, è emerso che non si è più ripreso per quella perdita, viveva in simbiosi con lui, ed è caduto in depressione, Giulia e i suoi amici hanno cercato di aiutarlo, ma senza grandi risultati, Altin ha rifiutato anche l’aiuto di uno psicologo, e solo Dio sa quanto ne avesse bisogno, aveva poi il mito della macchina e della velocità.
Una passione smisurata per la macchina, la sua “pantera nera” che ha elaborato e modificato ai massimi livelli, e se questo è anche capibile in un ragazzo di questa età, che spesso diventa una estensione della propria personalità, un modo di distinguersi e di essere, lo è meno la velocità, l’altissima velocità di cui i suoi amici erano a conoscenza, ma non la famiglia di Giulia, lei aveva taciuto su questo, forse per tutelare il suo fidanzato che stava vivendo un periodo di crisi, prevedendo un intervento giustamente protettivo di sua madre e di suo padre, che benchè separati, al primo posto avevano il bene della loro unica figlia, e le avrebbero impedito di correre rischi andando con chi al volante cercava/aveva probabilmente la sua valvola di sfogo, i genitori le avrebbero impedito di mettere a rischio la propria vita, e purtroppo Altin era persona nota ai carabinieri per questa sua caratteristica, ma loro non potevano farci niente.
Ecco, è su questo punto che intendo soffermarmi, la zia Alessandra ha pubblicato un post (clicca qui) molto bello e “aperto”, dove spiega chi era Altin, lo difende ma non lo giustifica per il suo comportamento insensato di correre oltre i limiti mettendo a rischio la sua vita e quella degli altri, e lancia un grido di dolore per queste tre assurde morti, giovani vite spezzate per sempre, Alessandra dice che Altin doveva essere fermato (clicca qui), chi sapeva doveva intervenire, si doveva impedire che guidasse, almeno non in questo stato depressivo le cui azioni sono imprevedibili, su questo si può discutere e dire la propria, senza sparare sentenze su persone che non si conoscono. Un concetto condivisibile, come darle torto, poi sua zia era come una seconda madre per Giulia, anche se per la mamma Dorotea e papà Vittorio, niente ha più senso e niente riporterà indietro la loro amatissima figlia.
Chiudo con la PROPOSTA, che ritengo attuabile e di molto buon senso, lanciata sulla stampa (clicca qui) da Gianluca Falcomer, presidente della Conferenza dei Sindaci del Veneto Orientale: «Va reimpostato il sistema sanzionatorio sulla guida pericolosa. In genere sono noti i nomi di che sfreccia nei centri abitati. Poiché nella maggior parte dei casi è impossibile prenderli sul fatto, laddove ci siano denunce da parte di cittadini, l'autorità deve imporre l'installazione di scatole nere nelle auto segnalate, in modo da monitorarle costantemente e qualora si accertasse la pericolosità si ritira la patente. Se passasse una norma di questo tipo, sarei il primo ad assumermi la piena responsabilità di obbligare l'installazione di questa sorta di braccialetto elettronico»
P.S.
Mercoledì 13 dicembre l'ultimo saluto a Egli Gjeci (clicca qui) mentre i funerali di Giulia Di Tillio si terranno venerdì 15 dicembre alle ore 16 presso il Duomo di Sant'Andrea Apostolo (clicca qui).
Invece Altin Hoti sarà sepolto in Kosovo accanto al fratello Admir, restano da completare solo alcune pratiche burocratiche per l'espatrio. (clicca qui)
Infine vi segnalo la proposta di Lutto cittadino avanzata da Anita Fiorentino, amica e collega di zia e mamma di Giulia. (vedi video sotto)
G.B.
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