Assolto in 1° grado
per un capo d'imputazione
(di critica sugli ulivi/abeti)
e Condannato per l'altro
a seguito di due articoli
di critica sul "caso" Gaiatto...
DOPO AVERE LETTO
LE MOTIVAZIONI DEL GIUDICE
IL BLOGGER RESPINGE
LE ACCUSE DI DIFFAMAZIONE
E SI VA ORA IN APPELLO...
Lo avevo promesso ancora il 25 gennaio scorso in un post (clicca qui), anticipando la stampa locale (clicca 1 - 2 -3) dove rendevo nota la Sentenza di condanna del Tribunale di Pordenone emessa nel procedimento penale che mi vedeva imputato per diffamazione a seguito di due miei articoli sul “caso” Gaiatto, conosciuto anche come la MEGA TRUFFA del Nordest, migliaia i truffati e coloro che hanno perso i soldi investiti, oltre 70 i milioni di euro che sono girati in questa operazione fasulla definita “sistema Ponzi”, nessuno ha più rivisto i soldi investiti, all’appello mancano ancora una ventina di milioni di cui non si sa che fine abbiano fatto.
Il Gaiatto e consorte, considerati i due maggiori artefici e responsabili di questo crimine, sono finiti in carcere, quest’ultima ha pagato il suo debito con la giustizia, ed è tornata a reinserirsi nella società, il compagno sta ancora scontando la pena, ma sta godendo di alcuni benefici previsti dalla legge, presto avrà dei permessi premio e potrà chiedere la libertà vigilata, attualmente lavora all’interno del carcere per una ditta esterna, e ho saputo che frequenta un corso universitario interno.
Ne parlo solo adesso perché prima ho dovuto attendere che venissero depositate le Motivazioni della Sentenza che il GOT (Giudice Onorario Tribunale) di Pordenone ha depositato all’ultimo giorno utile (24 aprile 2024) e che ad avviso, mio e dei miei avvocati, Giorgio Mazzucato e Luigino Mior, oltre a contenere degli errori di date e riferimenti di fatti importanti del contesto difensivo, risultano carenti e omettono di considerare molte prove a discarico prodotte durante l’istruttoria dibattimentale.
Per tali ragioni, e per altre questioni attinenti a profili processuali, abbiamo presentato subito un “corposo” APPELLO, dove si evidenzia con precisone quanto da noi sostenuto.
Poi, essendomi trovato a Portogruaro in piena Campagna elettorale, ho preferito attendere l’elezione del nuovo Sindaco, visto che in questo processo si sono costituiti parte civile contro di me il Comune di Portogruaro (nel 2020 con il sindaco Florio Favero) e la ex sindaco Maria Teresa Senatore, quest’ultima nella sua veste di Sindaco il 09 marzo 2019 presentò un Esposto (denuncia/querela) nei miei confronti, e durante tutto il Processo (e tutt’ora) sono stati rappresentati dall’avvocato Serenella Giacomel.
“UN ARTICOLO DI TERRIBILE VIOLENZA”, ha dichiarato (clicca qui) l'avv. Giacomel quanto da me scritto e pubblicato, espressione mai usata durante il dibattimento processuale, accusa che respingo in toto, qui di violenza c’è solo quella che ho subito io fino adesso nelle 11 udienze calendarizzate di questo interminabile processo, “colpevole” di avere osato criticare l’allora sindaco Senatore per il suo tardivo intervento informativo nel “caso” Gaiatto, avvenuto solo un mese dopo il suo arresto, tutto documentato e provato, pertanto nessuna diffamazione o danni d’immagine alla città (?!), ma solo diritto di critica sia come cittadino che come blogger che vive e racconta la realtà che lo circonda.
“La libertà di informazione non è libertà di insultare” ha subito scritto Caterina Pinelli, nota esponente politica locale, ora di fede leghista (in precedenza FDI e FI) e grande sostenitrice del neo sindaco Luigi Toffolo (all'epoca vicesindaco), in un post (clicca qui) pubblicato nella sua pagina social, dando ampio risalto alla notizia della mia condanna, come avessi commesso chissà quale crimine. Poiché non credo che abbia potuto leggere gli atti processuali, invito Caterina Pinelli a indicarmi le frasi di insulto che lei menziona, perché i testi dei miei due articoli non ne riportano nemmeno mezza. Una parte preponderante dell’atto di appello, infatti, è stato dedicato proprio allo smantellamento di questa interpretazione creativa che nemmeno in sentenza è stata puntualmente sostenuta.
Oltretutto la Pinelli sulla stampa (clicca qui) il 30 marzo 2018 fece delle dichiarazioni che ho usato, suo malgrado, in mia difesa nel sostenere che già in quella data il “caso” Gaiatto era noto, dove si leggeva: “Sui social si è ipotizzato anche un collegamento tra la Venice Forex Investment e lo Studio Holding d.o.o., società con sede a Pola, proprietaria del locale di Corso Martiri della Libertà concesso con un contratto di comodato d’uso gratuito alla sede locale di Forza Italia. La rappresentante legale sarebbe infatti la compagna di Gaiatto. “Non mi risulta che la società con cui abbiamo sottoscritto il contratto abbia qualcosa a che fare con la Venice – commenta Caterina Pinelli, neo coordinatrice di Fi –. Sono due società completamente diverse. Personalmente conosco tantissime persone che hanno investito con il signor Gaiatto e che fino a qualche mese fa si dicevano soddisfatti”.
Dico e sottolineo questo, perché l’impianto accusatorio nei miei confronti si basa tutto sul fatto che la Senatore NULLA SAPEVA fino al momento dell’arresto del Gaiatto, nemmeno della sua esistenza fisica, nulla di nulla, affermazioni che hanno dell’incredibile, smentite sia documentalmente che per testimonianza diretta di un teste cardine di questa MEGA TRUFFA, ma il Giudice non ne ha tenuto conto, anzi, ha scritto che “non c’è la ragionevole certezza che sapesse”, ma allora questo automaticamente per me vuol dire che non c’è nemmeno la certezza che non sapesse, e qui cade tutto il “palco”!
Poi nelle motivazioni della sentenza, nessuna risposta sulla MANCANZA DELLA DELIBERA DI GIUNTA autorizzativa del Comune di Portogruaro, che avevamo ben evidenziato già a partire dal mese di aprile 2023, circostanza che di fatto rende l’azione dell’ex sindaco di Portogruaro nei miei confronti non legittima, con tutto quel che ne consegue…
Mi ha stupito non poco apprendere che il Giudice all'ultima udienza, prima della sentenza, in risposta al mio avvocato (Mazzucato), non avesse letto l'ultima Memoria da noi presentata.
Per adesso mi fermo qui, ma nel prossimo articolo vi riporterò degli stralci molto significativi e importanti di quanto detto come testi da due Consigliere comunali (una ora ex) in risposta a delle domande dell’avv. Giacomel, che nel frattempo mi ha chiesto di pagare le spese processuali della cliente M.T. Senatore, cosa che ho già provveduto con un bonifico bancario di 2.175,01 euro, mentre la parte spettante al Comune non l’ho ancora pagata, in quanto ho intenzione prima di chiedere un incontro al Sindaco Toffolo, al quale farò richiesta quantomeno di aspettare l’esito dell’APPELLO, come hanno fatto nel caso della “Francescon” che presenta delle analogie simili alla mia vicenda.
P.S.
Non so se sia rispettoso del Codice Etico comunale (clicca qui) che l’avv. Giacomel rappresenti contemporaneamente il Comune come Ente e la Senatore (ex sindaco) come persona fisica, io ci vedo un conflitto di interessi... e sono anche perplesso nella parte dove si parla del “dopo incarico” istituzionale:
ART.13 - RESTRIZIONI SUCCESSIVE ALL'INCARICO
Avendo negli ultimi cinque anni esercitato poteri autoritativi o negoziali, personali e diretti secondo le sue competenze per conto dell'amministrazione, l'Amministratore pubblico si impegna a non svolgere nei cinque anni successivi alla cessazione del suo mandato attività lavorativa o professionale presso soggetti privati destinatari delle sue decisioni e attività.
Altra cosa, fa specie che il Comune di Portogruaro si sia mosso legalmente prima contro di me che contro Gaiatto, e che in totale mi si chiedano € 60.000,00 di danni d’immagine e diffamazione, contro i 50.000,00 chiesti al Gaiatto, insomma, per il Comune sono più pericoloso io, armato di sola penna per scrivere, di chi ha truffato per OLTRE 70 MILIONI DI EURO i propri “clienti”, in maggior parte cittadini portogruaresi, mi vien da dire che questa sì è una PORTOGRUARO AL CONTRARIO.
G.B.
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